lunedì 30 luglio 2007

Sicurezza e lavoro

In seguito a una discussione su due articoli legati al lavoro, Welfare e precari, Prodi gela la sinistra e Colombo: "Altro che fatalità, l'ennesima tragedia sul lavoro", ho ricevuto una mail che desidero pubblicare.

Ciao,
di lavoro si muore e non si capisce perchè debba essere cosi.
Ho vissuto anni fa molto molto da vicino il rischio sul posto di lavoro.
Ho lavorato 2 anni nelle acciaierie falck e un paio di volte ho pensato che sono qui solo perchè non era il mio momento.
Ho anni di esperienza come RLS, con la gran fortuna di lavorare in un azienda commerciale, ma anni di partecipazione a un direttivo
FIOM CGIL mi hanno fatto ben capire i rischi del quotidiano.
Si muore per lavorare, un assurdo in questo nostro quotidiano.
I segnali della nostra civiltà da isola dei famosi, dei saranno famosi, dei Corona, il menefreghismo speculativo di chi ha in mano impresa e potere economico fa si che scatti un concetto della serie "tanto siamo in tanti al mondo", per una vita migliaia di ore, per il dolore è abbastanza un minuto.
Bisogna pensare a una sensibilizzazione sociale forte perchè chi lavora e chi tutela i lavoratori non va lasciato inerme.
Bisogna non cedere al ricatto di chi lesina sugli investimenti sulla sicurezza e poi va in giro in Ferrari.
Vedete qualcosa piano piano cambia, ci sono grandi aziende che stanno facendo "mercato" con le certificazioni legate alla sicurezza, ma sono poche.
Serve un azione sensibile e continua, servono normative che mettano in black list aziende che non dimostrino di fare tutto il possibile per incentivare la sicurezza negli impianti.
Non siamo più ai tempi delle miniere di zolfo del Sud, con i "carusi" che andavano dietro ai minatori, ma pare che qualcuno, tanti, non l'abbiano ancora compreso. Servono sopratutto piu controllori, competenti e piu potere sanzionatorio.
Ti ringrazio per aver aperto la discussione.

Maurizio Borghi

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