mercoledì 25 luglio 2007

Gestione partecipata delle acque

La gestione collettiva delle acque può essere un’attività sociale diffusa e divertente. In Svezia sono riusciti ad interessare la gente comune ai modelli idrogeologici, all'impatto delle attività antropiche sull'eutrofizzazione delle acque e alla necessità di prendere decisioni politiche basandosi su scenari climatici con vari gradi di incertezza. Il progetto, durato 3 anni e ancora in corso, è stato presentato da Berit Arheim allo IUGG come modello di partecipazione popolare diretta alla gestione di un bene pubblico. Le decisioni non sono state delegate ai politici e imposte dall'alto alla gente, ma sono state studiate, discusse e approvate dalla gente che doveva poi applicarle. Nel bacino idrografico sotto osservazione vivono 40 famiglie e operano 40 fattorie che hanno deciso di partecipare allo studio. La gente, insieme a scienziati, sociologi e rappresentanti delle istituzioni, ha definito i problemi da risolvere (eutrofizzazione), ha realizzato una campagna di misura, ha condiviso i dati raccolti, elaborato dei modelli, valutato la loro affidabilità, esaminato costi e benefici di varie possibilità e scelto quelle che meglio si adattavano al loro caso. Alla gente è stata riconosciuta la conoscenza del posto e questa sapienza locale è stata ascoltata dai “sapienti venuti da fuori”, ovvero gli scienziati del SMHI (Swedish Meteorological and Hydrological Institute). La cosa bella è che tutti si sono divertiti durante questo progetto. Si sono divertiti a prendere i campioni di acqua entrando nei torrenti con gli stivali ascellari, si sono divertiti a discutere insieme, hanno stretto amicizie. Senza questa gratificante componente sociale la partecipazione popolare si smorza e la gente perde la motivazione necessaria a sforzarsi di migliorare la propria condizione.

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