Rigassificatori che non lavorano
I rigassificatori rendono anche se non funzionano. Dicevano qualche giorno fa a Report che gli utenti pagheranno per un servizio che forse non verrà erogato. Questo spiega come mai se ne vogliono costruire così tanti.
“Guardiamo questa delibera, del 2005, dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas: con l’articolo 13 assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento. Significa che costruisci un rigassificatore, hai poco gas o nessuno si serve della tua struttura ma prendi lo stesso i soldi. Chi paga? Noi con la bolletta del gas.”
In Italia, di rigassificatori se ne vorrebbero costruire abbastanza da intercettare metà del gas liquido attualmente venduto in tutto il mondo. Sarebbe quindi abbastanza difficile riuscire a trovare gas per utilizzare gli impianti. Sarebbe quindi abbastanza semplice pensare che la costruzione dei rigassificatori, invece di avvantaggiare le famiglie e garantire sicurezza, farà solo salire i prezzi.
Il ministro degli Esteri D’Alema ha dichiarato al Congresso Mondiale sull’Energia che “Ci stiamo adoperando per superare questi no a cominciare dal rigassificatore di Rovigo. In Italia c’è bisogno di un certo numero, non enorme, di rigassificatori e il governo si sta adoperando perché si facciano. […] L’Italia vuole contribuire anche alla sicurezza energetica europea. Per questo siamo per l’interconnessione delle reti elettriche e del gas e per un politica europea che sia in grado valorizzare le fonti rinnovabili e ridurre la dipendenza complessiva dal petrolio dei Paesi Unione Europea”.
Su Peacelink evidenziano come D’Alema contratti la sicurezza internazionale al ribasso: per far cessare le proteste slovene sul rigassificatore del Golfo di Trieste D’Alema ha promesso di non opporsi al raddoppio della centrale nucleare di Krško, in zona sismica.
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