martedì 17 marzo 2009

Il ponte sullo Stretto tra arretratezza e depressione

E' stato erogato dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) il finanziamento per le opere pubbliche: per il ponte sullo Stretto di Messina sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro sui 6,1 del costo totale dell´opera.
Il ponte sta in un pacchetto complessivo che prevede interventi per quasi 18 miliardi di euro nel campo delle infrastrutture e per l´edilizia scolastica e carceraria.
Tra i grandi cantieri finanziati, un altro particolarmente significativo è quello per il completamento della Salerno-Reggio Calabria. Le risorse stanziate per quest´opera, secondo quanto ha dichiarato il presidente dell´Anas Pietro Ciucci, "saranno sufficienti a completarla entro il 2012-2013. Finora la Salerno-Reggio Calabria è costata circa 9 miliardi. Dei 450 Km, 190 sono stati ricostruiti con i criteri più moderni di sicurezza e servizio, 180 sono in costruzione. I tempi non sono lunghi come qualcuno afferma: i lavori sono partiti nel 2002 in maniera decisa e se riusciremo a rispettare la scadenza del 2012-2013 per completarli, 20 anni sarebbero un risultato molto apprezzabile". Contento lui. La decisione di mettere tutti quei soldi sul ponte, comunque, basta e avanza per criticare profondamente questa decisione.
Non c’è traccia di alcuna opera di manutenzione delle reti (idriche, energetiche) o di contrasto al dissesto idrogeologico, mentre poco va al potenziamento delle ferrovie, che non basta a riequilibrare lo sbilanciamento delle infrastrutture tra strade e ferrovie.
In presenza dell’attuale crisi economica, un efficace piano nazionale di infrastrutture avrebbe il merito di essere una reale iniziativa per garantire sviluppo e nuova occupazione in un settore depresso. Senza avere bisogno di "piani casa" disastrosi.
Il Governo perde un´altra delle tante occasioni, concentrando le risorse in poche grandi opere non prioritarie, mentre sarebbe molto più utile finanziare molte piccole e diffuse infrastrutture sul territorio, che diano risposte più dirette alle necessità dei cittadini (fognature, acquedotti, messa in sicurezza del territorio, ferrovie per i pendolari, manutenzione delle strade) e che potrebbero attrarre anche investimenti privati.

2 commenti:

Carmelo Cannarella ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Carmelo Cannarella ha detto...

Il Ponte sullo Stretto probabilmente non si farà mai perchè non è il ponte ad essere in questione. La catastrofe delle opere pubbliche in Italia segue infatti delle dinamiche ben precise. Il loro scopo non è mai quello di realizzare infrastrutture di servizio: questo risulta sempre essere un effetto collaterale. Il loro scopo principale è quello di re-distribuire ricchezza ad un gruppo ben selezionato di beneficiari. Questo spiega il fatto che in Italia tali opere costino molto di più rispetto ad altri Paesi Europei e che necessitino di tempi lunghissimi di realizzazione. Più il tempo si prolunga, più risorse vengono distribuite. Inoltre la qualità realizzativa non deve mai essere adeguata perchè in tal modo si possono distribuire altre risorse per forme di manutenzione continua. La cosa triste è che alla fine anche le amministrazioni locali spesso sperano di raccogliere delle briciole (che poi proprio briciole non sono...) che cadono dal tavolo dei potenti con talvota effetti catastrofici sulla qualità territoriale. Ed anche tanti cittadini sperano di poter essere "miracolati" di riflesso: il tutto nella solita logica della "politica dell'Illusione"...

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails