venerdì 12 giugno 2009

Europa e ambientalismo

Nel recente voto europeo il dato che risalta subito dopo la vittoria della destra e la sconfitta della sinistra è che, in una generale crisi di fiducia per l'UE, il pensiero dell'ambientalismo politico ha fatto strada e rappresenta in molti Paesi un’alternativa reale, magari l’inizio di un percorso che è anche protesta contro un modello di sviluppo che non convince, ma praticabile ed in alcuni casi, come quello tedesco, una realtà ormai consolidata del panorama politico e che ha contribuito a cambiarlo influenzando le scelte dei grandi partiti tradizionali.
I risultati italiani lasciano perplessi per quanto differenti dal resto d'Europa da questo punto di vista. Il centrodestra non ha la maggioranza assoluta che sognava, ma le tematiche ambientali non hanno preso la campagna elettorale, come conferma il dato di Sinistra e Libertà che comprendeva quel che rimane dei Verdi dopo una dirigenza discutibile e una campagna denigratoria da parte di partiti di destra e sinistra.
La sensazione è che l’eterna anomalia italiana, la necessità di parlare della qualità della democrazia bloccata e della legalità in un Paese malato di criminalità organizzata ed abusi diventati diritti, abbiano spinto Di Pietro e il suo Italia dei Valori all’8% come reazione al berlusconismo che sembrava dilagante, ma ha costretto tutti, elettori compresi, a non ragionare della crisi economica e del modello di sviluppo, delle scelte da affrontare per uscirne. Una discussione che sembra aver fatto strada in molti altri Paesi a democrazia matura.

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