giovedì 19 novembre 2009

Italia dei Valori e il vecchio

Qualche mese fa avevo scritto dell'articolo pubblicato su Micromega, con il quale D'Arcais iniziava un dibattito incentrato su Italia dei Valori e quello che ci sta dietro al Partito, nelle realtà locali.
Sono convinto che le intnezioni fossero a fin di bene, per tentare di fare quella pulizia che gli elettori vorrebbero che Di Pietro pare non sia in grado di avviare.
Il primo articolo di D'Arcais terminava ponendosi una domanda: "Bisogna capire se Di Pietro ha il coraggio di lanciarsi in mare aperto o ha paura di questa straordinaria chance che gli elettori democratici gli hanno dato". La paura è quella di perdere pacchetti di voti che i soliti noti locali portano al Partito.
Dopo un po' di giorni viene pubblicata una lettera da parte di Presidente di Circolo di Italia dei Valori di Matera, il quale risponde negativamente a quel quesito, raccontando quello che accade nel suo Circolo, ma accompagnato da molti voci identiche da tante parti d'Italia.
Se da Matera giunge voce di una restaurazione dell'UDEUR sotto la bandiera Italia dei Valori, da Brescia giunge quella di Alessandro Cè, ex Lega Nord che ha deciso di passare con Di Pietro. Ma secondo voi bastano la dichiarazione di Cè riferita alla Lega Nord ("è diventato un partito di Palazzo, autoreferenziale, che fa solo gli interessi dei poteri forti") e quella di Di Pietro riferito a Cè ("ha rotto con la sua vecchia parte politica proprio perché sulla questione della sanità vedeva una gestione non trasparente") per cancellare tutto il resto?
Non credo sia un caso che nuovi esponenti come De Magistris stiano caldeggiando il nuovo Movimento di Beppe Grillo. La sensazione è che Di Pietro non abbia alcuna intenzione di rendere il suo Partito meno padronale, ma sopratutto di scrollarsi di dosso i portatori di voti per un Partito più trasparente e vicino a quel che propaganda.

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