giovedì 26 novembre 2009

L'acqua, i rifiuti, i trasporti e il mercato non libero

Arrivo tardi nel commentare l'approvazione dell'articolo 15 del decreto legge numero 135. Questo articolo rende obbligatorio il ricorso alla gare per la concessione della gestione dei servizi pubblici locali (l'acqua, i rifiuti e il trasporto pubblico locale tra i tanti). L'unica alternativa possibile è l'affidamento a società per azioni miste tra pubblico e privato, ma con un tetto massimo del 30% alla partecipazione degli enti locali.
Ho aspettato a farmi un'idea più precisa sugli impatti legati alla privatizzazione della gestione di servizi così importanti come l'erogazione dell'acqua. Mi ero già fatto un'idea sul significato negativo che ha un tetto del 30% fissato per legge: in pratica la negazione della liberalizzazione passando da un mercato pubblico ad uno privato.
La conclusione a cui sono arrivato, ma che vale per tanti altri servizi al cittadino, l'ho trovata già scritta e quindi evito di farlo io: Acqua, tra privatizzazione e cattiva informazione.
La conclusione è che passare per obbligo di legge da un mercato pubblico ad uno privato, non da nessuna garanzia di un ottenere un servizio migliore e/o costi e prezzi più bassi. Quindi è ancora più valido il discorso che la soluzione migliore sarebbe un mercato realmente libero e con organismi di controllo indipendenti e che funzionano.
Tutto il resto sono chiacchiere e affari privati.

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