lunedì 18 ottobre 2010

Meno male che c'è la Lega

Il fallimento delle "ronde di governo" è sotto gli occhi di tutti. Prima del decreto Maroni c'erano 68 ronde (di cui 17 in Lombardia, 10 in Veneto, 5 in Piemonte, Liguria, Emilia, Toscana), dopo il decreto solo 6 di queste hanno chiesto di essere "regolarizzate" (2 a Roma, 1 a Milano, 1 a Treviso). Molta enfasi e poca sostanza: quasi nulla. L’attività della Lega, con l’indifferenza del PDL, si è distinta per la promulgazione di numerose ordinanze e delibere contro gli stranieri, a livello locale e regionale.
Quasi tutte le norme regionali sono state impugnate e bocciate dalla Corte Costituzionale, a cominciare dalla legge contro i phone center in Lombardia, così come alcune norme riguardanti il criterio di residenza per l’accesso ai servizi (casa e trasporti, ma anche bonus bebè).
In generale, numerose sentenze del TAR hanno invalidato ordinanze e delibere comunali discriminatorie.
Nessuno conosce i risultati di simili iniziative, se non dal punto di vista della penalizzazione degli stranieri, spesso imprenditori o liberi professionisti, che in molti casi si trovano costretti a chiudere. Norme cattive, discriminatorie, strumentali, elettorali, poco concrete e nella stragrande maggioranza dei casi del tutto inutili, che creano tensioni e, anziché risolvere i problemi, li rinnovano e li rilanciano.
Ci vogliono classi per soli stranieri?
Gli alunni figli di genitori stranieri, nell’anno scolastico 2008/2009, sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un’incidenza del 7%. L’aumento annuale è stato di 54.800 unità, pari a circa il 10%; l’incidenza più elevata si registra nelle scuole elementari (8,3%). Di questi studenti 1 ogni 6 è rumeno, 1 ogni 7 albanese e 1 ogni 8 marocchino, ma si rileva di fatto una gran varietà di nazionalità.
Gli alunni stranieri sono tali solo all’anagrafe, essendo in buona parte dei casi nati in Italia e vissuti per tutta la loro vita con coetanei italiani: per costoro evidentemente la lingua non è un problema. Quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia, ma il rapporto sale a 7 su 10 (71,2%) tra gli iscritti alla scuola dell’infanzia.
Dal rapporto Ismu 2009 emerge che lo strumento al quale maestri e professori più ricorrono per l’integrazione dell’alunno straniero è l’inserimento in classi a stretto contatto con i coetanei; viene trascurato il ricorso a tetti per classi o al raggruppamento degli studenti di uno stesso paese. Invece, si ricorre a strumenti specifici per l’accoglienza come protocolli, linee guida, commissioni d’accoglienza e test d’ingresso: queste azioni si svolgono all’interno del normale corso scolastico.
Nel percorso scolastico, s’incontrano differenze tra gli studenti immigrati e quelli italiani a causa di problemi di ritardo, dispersione, insuccesso, specialmente nella scuola secondaria superiore. Gli studenti immigrati sono promossi in misura sostanzialmente uguale nella scuola elementare, dove i programmi d’inserimento sono più specifici e mirati (99,9% di studenti italiani contro il 96,4% di stranieri), mentre le differenze si accentuano nella scuola media e superiore, dove sono pressoché assenti programmi d’integrazione (nella media 97,3% contro il 90,5% e nella superiore l’86,4% contro il 72%). Tra primaria e secondaria, lo stesso trend si riscontra nel ritardo negli studi degli studenti immigrati rispetto a quelli italiani: le difficoltà sono minime o molto basse nella scuola primaria e crescono con il passaggio alle scuole secondarie.

Fonte articolo: «MANDIAMOLI A CASA», I LUOGHI COMUNI. Razzismo e pregiudizi: istruzioni per l'uso.
È un'iniziativa de La «banda» larga – www.ibandalarga.it

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails