La PA compra sempre più online
Computer e dispositivi elettronici destinati a finire in uffici e locali della pubblica amministrazione (PA) vengono comprati online sempre di più: si chiama e-procurement e la legge lo impone alla PA quando si tratta di importi di "modesta entità". Ed ora la Consip, la società che gestisce gli acquisti online per conto della PA italiana, fa sapere che in effetti la legge qualche risultato lo sta producendo. Non si parla di poco: nel 2006 il volume delle transazioni, 11.468 in tutto, hanno comportato una spesa di 38 milioni di euro, con un aumento di quasi il 25 per cento rispetto all'anno precedente. In quello che viene definito Mepa (Mercato elettronico della pubblica amministrazione), spiega Consip, sono stati acquisiti 226.748 prodotti suddivisi in 16 diverse categorie merceologiche. A fornire questi dispositivi e accessori sono state nel complesso 868 produttori. Ma non sono tutti qui i numeri di interesse: le divisioni della PA che hanno fatto ricorso all'e-procurement per almeno un acquisto sfiorano quota 1.300 mentre nel complesso sono 3.862 quelle che optano per passare da Consip. Si poteva fare di più? Sì. Basti pensare che le cifre di "modesta entità" di cui si parlava sono tarate sulle medie imposte a livello comunitario, vale a dire che attraverso Consip devono passare tutti gli acquisti fino ai 137.000 euro per le amministrazioni centrali e fino ai 211.000 per le altre amministrazioni. L'informatizzazione degli uffici e il piano d'arrembaggio all'arretratezza della PA italiana potrebbero far sperare in numeri Consip più elevati. Il dato positivo è che comunque la spesa, come detto, è in aumento. L'elemento più positivo, però, è quello del risparmio per l'Erario dovuto al ricorso allo strumento telematico. Si parla nel complesso di una riduzione media dei prezzi a listino dell'8% nonché di uno snellimento delle procedure di acquisto, che liberano personale per tutte le procedure. C'è da chiedersi cosa accadrebbe se l'e-procurement divenisse obbligatorio anche per università, scuole ed altre strutture educative, che oggi sono escluse dall'obbligo, nonché per acquisti di importi maggiori.
0 commenti:
Posta un commento