"Bio, che bluff"
Scandaloso. Non ho altre parole per definire la campagna di informazione lanciata dall’Espresso contro il biologico. Scandaloso innanzitutto, per il modo in cui è stata presentata. Il titolo dell’articolo, che riprende poi un’inchiesta di Altroconsumo, è "Bio, che bluff". Un’accusa forte, troppo forte per essere giustificata. Alla luce sia della ignorante generalizzazione di cui è stato fatto oggetto un intero settore produttivo, sia per l’evidente incompatibilità tra il titolo e il contenuto dello stesso.
Un articolo che denuncia la presenza di grassi di scarsa qualità, di additivi, coloranti e micotossine in alcuni prodotti osservati. Prodotti industriali, è evidente, ma nel complesso prodotti che escono vittoriosi rispetto al convenzionale, sia per l’assenza di fitofarmaci che per ciò che concerne il rispetto dell’ambiente.
E allora perché quel titolo esagerato? Si rendono conto i giornalisti dell’Espresso quanto ci vuole per un settore produttivo per riprendersi da una batosta del genere? E soprattutto che giornalismo è quello che non tiene in considerazione la possibilità di inserire altri dati o opinioni rispetto a quelle (rispettabilissime) pubblicate da Altroconsumo? Siamo tutti d’accordo sul fatto che vadano migliorati i controlli e che le critiche fanno bene a migliorare. Ma le critiche, non le accuse grossolane di una redazione in crisi di notizie da pubblicare a causa delle vacanze.
Tra l’altro l’inchiesta di Altroconsumo è molto più onesta, perché, a differenza dell’Espresso, evita generalizzazioni pericolose, e spiega che si tratta di prodotti per la prima colazione soggetti a lavorazione industriale. Ce ne passa tra Prodotti bio e convenzionali: dov’è la differenza? e Bio che bluff. Non credete? Per farvi un’idea vi consiglio comunque di leggere i due articoli e farmi sapere cosa ne pensate.
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