Il “nuovo” solare
Sono una quindicina gli esperti che, sotto la direzione del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, lavoreranno allo sviluppo del solare termodinamico in Italia. Il compito della task force sarà quello di formulare proposte per lo sviluppo, l’installazione e la diffusione degli impianti, coordinare le attività previste dai protocolli sottoscritti con le regioni e predisporre un piano pluriennale di ricerca e di sviluppo che coinvolga università e centri di ricerca così come il settore privato.
I primi progetti pilota per impianti destinati alla produzione di energia solare sono già stati prenotati. Calabria, Lazio e Puglia hanno infatti sottoscritto i protocolli d’intesa con il ministero dell’Ambiente, candidandosi così ad ospitare le future opere che andranno ad aggiungersi al primo esperimento avviato in Sicilia.
L’Italia, dunque, si butta a capofitto sull’energia solare e, in aggiunta al fotovoltaico, già distribuito sul territorio nazionale, punta al termodinamico a concentrazione. Questa “nuova” tecnologia, utilizzata con successo da Spagna e Stati Uniti, concentra i raggi solari attraverso dei lunghi tubi di specchi concavi permettendo così di raggiungere le temperature, tra i 400 e i 500 gradi, necessarie per surriscaldare dei fluidi speciali. I vapori che ne derivano alimentano una turbina in grado di garantire la produzione di energia anche di notte o con il cielo coperto, grazie al fatto che la centrale mantiene il calore per un lungo periodo di tempo. Per il momento non sono ancora state identificate le aree in cui avviare la sperimentazione; quel che è chiaro è che la scelta dovrà ricadere su aree degradate, da recuperare o da bonificare, non certo su terreni agricoli e fertili.
Obiettivo dell’intera manovra è arrivare a realizzare dieci centrali da 50 Megawatt sul territorio italiano e diffondere poi il solare termodinamico in Nord Africa. Aspetto, quest’ultimo, che rientra nell’ambito di un progetto già avviato in collaborazione con Germania, Spagna e Tunisia.
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