Documenti virtuali, benefici concreti
Si dice spesso che i documenti digitali fanno risparmiare carta e tempo e aiutano a tutelare l’ambiente. Due concetti confermati dal Ceris, istituto di analisi del CNR, per conto di Wave Group – società di consulenza informatica – e InfoCert, il più importante ente certificatore di documenti digitali in Italia. Numeri che fanno arrossire: il consumo di carta e affini negli uffici italiani è di 1,2 milioni di tonnellate l’anno, pari a 240 miliardi di fogli, ovvero a 80 chilogrammi pro capite.
Già impressionanti di per sé, questi dati sono, tra l’altro, frutto di una stima per difetto. La ricerca è stata redatta sulla base dei bilanci ambientali delle imprese, delle dichiarazioni ambientali Eco-Management and Audit Scheme (EMAS) – uno strumento volontario creato dall’Unione europea – e dei dati di vendita della carta per fotocopiatrici e stampanti, ma sono state trascurate altre tipologie di documenti difficilmente quantificabili.
Quanto costa all’ambiente questo spreco compulsivo di cellulosa? Per ottenere 1,2 milioni di tonnellate di carta è necessario l’abbattimento di oltre 20 milioni di alberi, e l’emissione di più di quattro milioni di tonnellate di anidride carbonica. In breve, gli uffici immettono più gas serra di quanti ne produca in un anno l’intero settore costruzioni in Italia.
Tenendo conto per esempio delle delibere del Centro nazionale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione sull’archiviazione sostitutiva, Ceris stima che il risparmio potenziale in questo settore è tra il 13 e il 21 per cento dell’intero consumo di carta in Italia. Prendendo come obiettivo realistico il 20 per cento, cioè un foglio di carta su cinque, ciò equivale a salvare una foresta di 12.000 ettari, grande come il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, graziare sei milioni di alberi ed eliminare quasi 900.000 tonnellate di anidride carbonica, pari alle emissioni di 550.000 automobili.
Anche compagnie assicurative, commercialisti e tributaristi potrebbero beneficiare molto della digitalizzazione: questo settore consuma infatti 3,1 miliardi di pagine l’anno, cioè 12.000 tonnellate di carta, una mole di materiale che richiederebbe una superficie di 26.000 metri quadrati per essere archiviata. Secondo le stime, una grande compagnia assicurativa potrebbe risparmiare 2,3 milioni di euro in dieci anni con la gestione digitale dei soli libri giornale e sezionali.
Risparmio e salvaguardia ambientale sono dunque fuori discussione. Ma l’Italia stenta a decollare anche su questa questione, perdendosi in cavilli burocratici e pregiudizi culturali: «Pur esistendo in Italia specifiche normative sulla conservazione sostitutiva, e nonostante una crescente informatizzazione delle attività d’ufficio – afferma Roberto Zoboli del Ceris-CNR –, il problema è ancora sottostimato per la mancanza di benefici fiscali, per motivi organizzativi, e anche per la diffusa diffidenza verso le nuove tecnologie». Secondo il ricercatore, basterebbe una promozione più forte e diffusa del documento digitale per raggiungere risultati importanti per l’ambiente.
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