venerdì 18 aprile 2008

Come investono le imprese

Hanno un andamento oscillante gli investimenti effettuati dalle imprese italiane per la difesa dell’ambiente e sono più orientati verso attrezzature e dispositivi cosiddetti di fine ciclo – destinati, quindi, a rimuovere l’inquinamento già prodotto – piuttosto che verso impianti ed attrezzature atti a prevenire l’inquinamento. Nello specifico, poi, viene maggiornamente curato l’abbattimento degli inquinanti atmosferici rispetto allo smaltimento dei rifiuti.
Sono queste alcune delle conclusioni che si traggono dal recente studio diffuso dell’ISTAT sulle spese per la protezione dell’ambiente sostenute dalle imprese italiane nel periodo 1997-2006.
Nel periodo 1997-2006 la spesa totale delle aziende per la protezione dell’ambiente passa da 10.330 milioni d’euro a 25.512 (+147 per cento). Tale incremento complessivo è il risultato di un andamento mobile caratterizzato da momenti di forte crescita, come tra il 2000 e il 2001 (+45), momenti di sensibile decremento, come tra il 2002 e il 2003 (-21), e da un incremento medio annuo del 16 per cento. Nel 1997 le spese per la protezione ambientale rappresentano l’un per cento del Prodotto Interno Lordo, nel 2001 la percentuale arriva al 2,1 per poi diminuire fino all’1,4 nel 2003 ed attestarsi intorno ad un valore medio dell’1,7 nell’ultimo biennio.
Questa dinamica altalenante appare sensibilmente influenzata dalle misure pubbliche di incentivazione alle spese ambientali. I maggiori investimenti sono, infatti, legati ai numerosi regimi d’aiuto, cofinanziati con i Fondi Strutturali Comunitari 2000-2006, o alle risorse statali destinate all’attuazione di accordi internazionali quali il Protocollo di Montreal sulle sostanze che impoveriscono lo strato d’ozono o quello di Kyoto sui cambiamenti climatici.
Fatta eccezione per il 2005, ogni anno la quota maggiore di investimenti è destinata al settore della protezione dell’aria e del clima, con quote che oscillano tra il 56 per cento del 2002 ed il 28 del 2003, mentre alla gestione dei rifiuti viene destinata la frazione minore di investimenti, con percentuali che vanno da un minimo del nove ad un massimo del 19 per cento, rispettivamente nel 2002 e 2001.

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