venerdì 11 aprile 2008

L´auto a metano prolifica dove c´è la distribuzione

Ci risiamo. Tutto il paradosso del metano per autotrazione, che in una fase in cui il petrolio è attestato sui 112 dollari alla barile dovrebbe sfondare (dal punto di vista squisitamente economico spendendo la stessa cifra con l’impianto a metano si fanno circa 100 chilometri, con il gpl 70, con il gasolio 50 e con la benzina 40), è ben esemplificato nella doppia pagina che gli dedica il Corriere motori. «Il metano c’è, ma le auto no» dice il presidente di Federmetano Paolo Vettori, «Le auto ci sono, il metano dov’è?» replica Lorenzo Sistino, manager della Fiat, casa automobilistica tra quelle che maggiormente hanno investito sul metano per autotrazione, offrendo un buon numero di modelli bifuel.
Partiamo dai numeri: nel 2007 sono state immatricolate 59.978 auto a metano, ovvero il 143% in più rispetto al 2006 raggiungendo un parco circolante complessivo di 430mila veicoli e bisogna dar atto alla Fiat del suo impegno: la casa torinese ha venduto 49mila veicoli bifuel distanziando di molto le concorrenti (Volkswagen 6.100, Ford 2.400, Opel 1.400, Citroen 300). E a questi numeri vanno aggiunti i veicoli originariamente a benzina e trasformati a metano.
Ma se il metano ha il vantaggio di inquinare poco e di far spendere ancor meno, ha in effetti i suoi svantaggi, che partono proprio da un punto fondamentale: i distributori di metano in Italia sono circa 600 e sono distribuiti male: al sud ce ne sono pochissimi e ci sono regioni come la Sardegna e la Val d’Aosta che non ne hanno neppure uno. Dal suo punto di vista però Federmetano tocca un punto fondamentale: proprio nelle regioni più deboli è difficile investire perché il mercato è limitatissimo: «Solo per la parte tecnologica di un impianto servono 250-350 mila euro. E deve essere collocato all’interno di un distributore di benzina». Come dire se in Sardegna non ci sono macchine a metano come faccio a investire per costruirci un impianto?
Il classico dilemma dell’uovo e della gallina si ripropone in tutto il suo paradosso, anche perché la questione fondamentale è proprio quella di indirizzare il mercato verso il metano. Chi può farlo? Ovviamente solo chi governa e determina gli indirizzi di un Paese. Come farlo? Sicuramente non soltanto puntando agli incentivi agli automobilisti (che ci sono e che sarebbero sufficienti da soli a convincere un automobilista del nord Italia a passare immediatamente al metano): in determinate regioni invece il metano non si svilupperà mai senza un intervento del potere locale, così come un grosso contributo sarebbe quello di dare finalmente il via libera all’erogazione self service insieme agli altri carburanti, come avviene già in Germania e Austria. In questo modo l’allargamento della rete subirebbe un’accelerazione fortissima, e di conseguenza anche quello dei veicoli a metano. La politica che fa? Qualche proposta di legge spot, viene ammucchiata in ogni legislatura nelle cose da fare e regolarmente seppellita dalla polvere, spesso alzata dalle lobbies dell’industria petrolifera. Finché ce n’è (di petrolio e di soldi per fare il pieno di benzina).

5 commenti:

Massi ha detto...

A mio avviso il lancio potrebbe nascere solo coinvolgendo le pubbliche amministrazioni, se è vero che il Metano inquina molto meno allora tutto il parco macchine delle PA deve essere subito convertito verso questa tecnologia.

Basterebbe un bell'accordo quadro in cui gli enti (ad esempio la Regione) si accollasse buona parte dei costi di startup degli impianti di distribuzione primari e poi forse l'effetto volano potrebbe scattare.

Voi avete notizie di PA che si sono convertite al metano ?

Unknown ha detto...

A Garbagante Milanese è stato fatto di recente un bando per la sostituzione di 12 auto con auto ibride a metano. Peccato che non ci sia un distributore di metano nell'area comunale, ne nei comuni limitrofi.

Massi ha detto...

Ma non capisco, hanno fatto il bando sapendo che non ci sono distributori ?

Non è che c'è qualche progetto, magari regionale, in corso per questo ?

Unknown ha detto...

Proprio cosi, ma almeno si spera nel futuro. Visto che a Garbagnate c'è un deposito bus locali e che si spera anche per loro in un ricambio parco, si potrebbe pensare a un distributore di metano nel territorio comunale.
Per quaanto riguarda la Regione non saprei, so solo che seguendo le fasi dei bioritmi ci sono delle notizie di aperture di distributori ma che poi non si realizzano, almeno nei numeri promessi.

GAMoN ha detto...

Ce n'è uno a Novate, sulla provinciale che porta a Paderno.
Lo conosco perché è vicino a casa mia.

http://metano.prezzibenzina.it/comuni/novate%20milanese

Sono d'accordo sul ruolo che potrebbe avere la PA nel decollo della rete a metano, ma non so se sarebbe determinante.

Si potrebbe, invece, imporre il metano a tutti i nuovi distributori e concedere nuove licenze, anche nelle vicinanze di quelli esistenti, se non si adeguano entro un certo tempo.

E stabilire che, a partire dal 2010, possano essere immatricolate solo auto bifuel. Così si crea il mercato.

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