giovedì 8 maggio 2008

Gli RFID riducono i rifiuti

I microchip in radiofrequenza RFID infilati nei cassonetti dei rifiuti conquistano anche l'Australia, dopo aver fatto il pieno nelle municipalità inglesi. Una delle teste di ponte della nuova tendenza è la città di Randwick, Nuovo Galles del Sud, dove il consiglio cittadino ha cominciato dal mese scorso a sostituire i 78mila cassonetti standard con quelli con radiofrequenza.
La città segue le mosse dell'attiguo governo locale di Ryde che già aveva provveduto a sostituire 90mila cassonetti nel 2006. Entrambe le istituzioni hanno stretto accordi con la società WSN Environmental Solutions, controllata dallo Stato, che si occupa della raccolta dei rifiuti e del peso dei cassonetti durante l'operazione.
Grazie al chip di controllo integrato, il peso dei cestoni di spazzatura viene registrato e identificato a partire dall'ID specifico della zona di pertinenza, infine archiviato all'interno dei furgoni preposti alla raccolta che trasporteranno poi i dati alla sede centrale.
Al contrario della già citata soluzione inglese, però, le informazioni non serviranno per identificare e discriminare tra cittadini virtuosi e irresponsabili, bensì per avere un'idea precisa sulle diverse percentuali di riciclaggio da zona a zona. "I dati sul peso dei cassonetti aiuterà a identificare i pesi medi secondo il tipo e il sobborgo. Queste informazioni saranno inoltre usate per creare materiale educativo sui rifiuti" ha dichiarato la portavoce del consiglio cittadino Alexandra Power.
Senza considerare la possibilità di ripristinare la posizione originaria dei cassonetti andati "perduti", sostiene la portavoce. Insomma i chip di radiocontrollo servono a tutto tranne che a spiare le abitudini di riciclaggio dei cittadini, come qualcuno ha prospettato: "Le informazioni raccolte saranno accessibili solo dalla società appaltatrice, WSN Environmental Solutions, e dal consiglio - continua Power - Entrambe le parti sono legate dalla policy sulla privacy del consiglio e le informazioni non saranno usate per nessun altro scopo che non sia quello indicato".
Secondo quanto comunicato dal portavoce della città di Ryde Lee Kirkland, il sistema si è già rivelato utile in quella zona per incrementare le percentuali di riciclaggio dei rifiuti fino al 48%.

2 commenti:

Massi ha detto...

Sai che non ho capito a cosa serve in questo caso ?

Utilizzano i dati raccolti "per creare materiale educativo sui rifiuti" ... ma nel concreto cosa vuol dire ?

Io sarei d'accordo invece nell'utilizzare questa tecnologia per mappare il peso di immondizia di ogni condominio e di premiare l'utilizzo della differenziata. Mi spiego: tu condominio pesi per tot quntiali di spazzatura, ma ricicli tot quintali, la tua tassa viene calcolata al netto (valorizzando quindi la differenziata raccolta).

E' chiaro che questo vorrebbe dire:

1) tutte le case devono essere dotate di cassonetti (che dovranno portare fuori sul marciapiede)
2) tutti i mezzi di raccolta dovranno essere predisposti con lettori e sistemi di gestione dei cassonetti (oggi a Milano non è sempre così)

Ci vorrebbe una analisi seria di costi e benefici.
2)

Unknown ha detto...

Quello che dici esiste già con il consorzio dei navigli (http://www.consorzionavigli.it/) a cui appartengono più di 20 comuni dell'ovest milanese con ottimi risultati.
Non usano gli RFID, ma con dei barcode fanno esattamente quello che proponi e che anche io esporterei in tutta Italia.
Effettivamente l'uso dell'RFID come proposto in Inghilterra e Australia è molto limitativo delle potenzialità offerte, ma penso che lo facciano per introdurre in modo graduale la tecnologia.

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