mercoledì 28 maggio 2008

Orti scolastici, un esempio di educazione ambientale

Riporto l'intervista su ecoblog.it di Paolo Donati che opera presso la Fondazione Villa Ghigi, un Centro di Educazione Ambientale di Bologna.

Paolo, puoi raccontarci qualcosa dei vostri orti scolastici?
Il progetto “il mio giardino scolastico”, è stata un’esperienza particolarmente articolata che ha coinvolto l’amministrazione di Casalecchio di Reno, alcuni centri di educazione ambientale, numerosi insegnanti e in particolare i docenti, gli alunni, i genitori e il personale ausiliario di due scuole primarie del comune che hanno deciso di ripensare il loro spazio verde rendendolo più interessante e stimolante. Il lavoro in ognuna delle due scuole si è sviluppato in diverse fasi: un momento formativo per insegnanti e tecnici del comune; una fase progettuale in cui le diverse scuole hanno attivato percorsi di progettazione partecipata con gli alunni e i genitori; una serie di laboratori nelle classi legati allo studio e alla conoscenza dello spazio verde a disposizione (studi naturalistici, cartografici, storici, raccolta dei desideri, ecc); una fase legata alla realizzazione (che ha coinvolto i tecnici comunali, gli insegnanti, i genitori e i bambini) e, per finire, una fase di manutenzione del giardino svolta in primo luogo da un gruppo di genitori coordinati da un’insegnante.
Questo progetto di orto scolastico e’ partito nell’anno scolastico 2001-2002 con grande entusiasmo e partecipazione dei genitori. Oggi immagino che quasi tutti i bambini che hanno partecipato ai lavori iniziali siano ormai passati alle scuole medie. E’ stato un problema cambiare continuamente persone?
Nonostante siano passati ormai diversi anni dall’avvio dell’esperienza questa rimane particolarmente vitale in quanto viene periodicamente rinnovato il gruppo operativo (insegnanti e genitori) che si incarica non solo della manutenzione ma anche del progressivo arricchimento degli spazi; ad esempio rispetto all’opuscolo di documentazione, il giardino delle scuole Ciari negli ultimi anni si è arricchito di uno stagno, di un piccolo frutteto e di una pergola di vite.
Come avete gestito il passaggio delle consegne?
Il passaggio delle consegne rispetto alla cura del giardino avviene in maniera piuttosto naturale dato che tutte le classi della scuola sono coinvolte nelle attività di osservazione e studio dei diversi ambienti presenti nello spazio verde (alberi, siepi, aiuole di aromatiche, stagno, orti, prato, ecc.). Per quanto riguarda il gruppo che si occupa della manutenzione questo è rimasto in vita soprattutto grazie all’operato di una insegnante incaricata che coinvolge i nuovi genitori (in base alle loro disponibilità e competenze) nella gestione del giardino.
I “vecchi” bambini tornano ancora a guardare il loro giardino?
Sempre riferendosi alla scuola Bruno Ciari è interessante sottolineare come i bambini siano rimasti legati al giardino anche dopo la loro uscita dalla scuola e tendono a tornare a frequentarlo sia in forma libera (il giardino è fruibile dagli esterni negli orari di apertura della palestra scolastica utilizzata anche da una società sportiva) sia più organizzata. Sotto questo ultimo aspetto, ormai da cinque anni, le quinte uscenti, in un pomeriggio di maggio, tornano alla loro ex scuola per un incontro-festa che dopo l’orario scolastico continua in giardino.
Leggo che avete coinvolto nonni e alpini, per farvi aiutare. Gli adulti e i bambini lavoravano insieme o separatamente?
In termini generali i lavori legati al giardino vengono svolti a titolo volontario il sabato, al di fuori dell’orario scolastico, da un gruppo di insegnanti e genitori con i loro bambini. Diverse attività rientrano invece all’interno di percorsi didattici (ad esempio la conoscenza dell’ambiente stagno prevede anche la sua manutenzione e la gestione degli orti comporta lo svolgimento delle operazioni colturali) e sono portate avanti dalle classi. Alcune attività (che hanno richiesto il coinvolgimento di molte persone come la piantagione della siepe perimetrale) sono state l’occasione per organizzare vere e proprie feste a cui hanno preso parte oltre un centinaio di persone.
Serve una assicurazione particolare per far lavorare i bambini nell’orto scolastico?
I lavori svolti da bambini e insegnanti nell’ambito dell’orario scolastico non richiedo assicurazioni.
I bambini che hanno iniziato a coltivare qualcosa a scuola, lo hanno poi voluto fare anche a casa loro?
Le attività svolte nel giardino hanno sviluppato nei bambini e nelle loro famiglie un forte senso di appartenenza nei confronti della scuola e un notevole interesse per l’osservazione e la cura della natura; diverse famiglie hanno iniziato a prendere parte ad iniziative di carattere ambientale promosse dall’amministrazione e non escludo, ma non ne ho conferma, che siano state intraprese esperienze di orticoltura domestica.
Quale e’ stato l’ostacolo più difficile da superare per la realizzazione di questo progetto?
La fase più complessa del progetto è stata probabilmente quella iniziale dove è stato necessario definire i ruoli dei vari attori dell’iniziativa. Per la riuscita del progetto l’aspetto più importante è stato il profondo e convinto coinvolgimento di un gruppo di insegnanti che ha saputo motivare colleghi e genitori. In questo modo l’esperienza è riuscita a continuare nel tempo e ha avuto ricadute molto concrete nella proposta educativa delle scuole.
Complessivamente come valutate l’esperienza svolta?
Ripensando all’esperienza nel suo complesso, mi sembra che si sia sviluppata in maniera molto positiva; i punti di forza penso vadano ricercati in un impegno reale dei diversi attori dell’iniziativa (amministrazione, centri di educazione ambientale, scuola) il che ha permesso di passare dalla fase progettuale, che in molte esperienze di tipo partecipato tende a rimanere fine a se stessa, all’effettiva realizzazione delle proposte.

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