Berlusconi e la contabilità ambientale
Per un’ottima dichiarazione programmatica in perfetto stile anni Cinquanta-Sessanta che si fondi su una soffice prospettiva di speranza di un nuovo miracolo italiano, gli ingredienti fondamentali sono: pronunciare le parole crescita (5 volte), crescere (13 volte), accrescere (1 volta), sicurezza (5 volte), ricchezza (3 volte) e aggiungere un pizzico di ambiente, ma solo e rigorosamente quello inteso come salvaguardia. Insomma, seguire quello che ha fatto il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel suo primo intervento alla Camera “per ridare fiducia e slancio all’Italia richiede ottimismo e spirito di missione”.
Certo, ognuno la veda pure come vuole, si segnala infatti che per l’editorialista del Sole24Ore Stefano Folli, intervenuto ad una radio nazionale, il discorso di Berlusconi è stato “innovatore” perché ha messo al centro di tutto la “crescita”.
Ma ribadito che ogni punto di vista è una vista da un punto, facendo proprio un giochino di semplice ricerca testuale, è facile vedere dove e come Berlusconi usi la parola ambiente. La prima volta risulta in riferimento ai rifiuti di Napoli (è uno dei punti più importanti della relazione secondo il Presidente): «Nessun grande Paese può convivere a lungo con una simile ferita al suo ambiente, all’igiene pubblica e al prestigio della sua immagine dentro e fuori i confini della nazione». La seconda è all’interno di un ragionamento che riporto nella sua interezza per non estrapolarlo dal contesto: «Crescere vuol dire esportare le nostre capacità, salvaguardare il posto delle nostre imprese nei mercati, crescere vuol dire aprire e modernizzare la mentalità con cui affrontiamo i problemi della salute, del benessere, della battaglia per una seria e non retorica tutela dell’ambiente, i problemi della cultura e della preziosa eredità di esperienza, di pensiero e di vita che abbiamo alle spalle e che è garanzia del nostro futuro».
La tutela ambientale va fatta, per Berlusconi, in modo non retorico. Ma cosa vuol dire? Non c’è alcun accenno all’energia, né come efficienza, né come risparmio, né come problema in generale, niente di niente. Crescita senza alcun criterio direttore se non quello di crescere e basta. Il modo non retorico con cui questa battaglia può (poteva) essere portata avanti era proprio quello che stava facendo (faticosamente e pure lui con tante contraddizioni) il precedente Governo con la contabilità ambientale. Della quale era rimasta solo traccia in una pagina del sito www.governo.it (http://www.governo.it/governoinforma/dossier/contabilita_ambiente/index.html) che però se oggi provi a cercarla – sarà un caso? - ti appare la scritta: The page cannot be found. Ecco, parafrasando e pensando all’economia ecologica nel nostro Paese alla luce del discorso di Berlusconi: cannot be found!
«Errore 404: Pagina non trovata. Se il documento che state cercando è precedente all´8 maggio 2008 vi invitiamo a cercarlo nell´area "Siti archeologici" di Governo.it. Oppure utilizzate il nostro motore di ricerca o la mappa del sito».
E’ questa la scritta che appare al posto della pagina web dedicata dal precedente governo alla “contabilità ambientale”.
Il nuovo Governo, come tutti quelli precedenti peraltro, appena si è insediato ha premuto il tasto ‘cancella’ per quasi tutto quello che era stato fatto da chi lo ha preceduto.
Comprese le cose buone, come appunto l’embrione di contabilità ambientale portato avanti dall’ex sottosegratorio Paolo Cento. Una delle cose più importanti, insieme ad Industria 2015 e agli incentivi sul fotovoltaico e sul risparmio energetico, fatte da un governo italiano da decenni a questa parte dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Un vero peccato. Volendo quindi dare anche una nota di colore e di spirito alla notizia, pensare che la contabilità ambientale finisca nei ‘siti archeologici’ come una cosa del trapassato quando invece sarebbe del futuro è un segno dei tempi (brevi) che cambiano (in peggio).
0 commenti:
Posta un commento