martedì 17 giugno 2008

Detassare gli straordinari è un bene?

La detassazione degli straordinari ha giocato un ruolo da protagonista durante l’ultima campagna elettorale, è stato tra i primi provvedimenti promessi all’indomani dell’esito delle urne e infine è stata anche una delle prime decisioni prese dal nuovo esecutivo. Che ha incassato prima un generale sì dall’opposizione, «il testo del decreto non è sbagliato in linea teorica, ma con il nostro emendamento puntiamo a correggere le contraddizioni della maggioranza» ha spiegato il ministro ombra del Welfare Enrico Letta. E poi addirittura c’è stato il rilancio del Pd sulla Pubblica Amministrazione: «Oltre al fatto che ci sono rilievi costituzionali c’è pure una questione di merito – ha incalzato Veltroni – le forze dell’ordine, gli infermieri e altri lavoratori pubblici perché non dovrebbero essere messi in condizione di avere gli stessi diritti e benefici?».
Del resto il ragionamento non fa una grinza: se si stimolano gli straordinari e i premi di produttività cresce teoricamente la competitività e il Pil, obiettivo bipartisan inseguito con qualche se e senza ma sia dalla Pdl che dal Pd. Eppure incentivare il ricorso agli straordinari qualche problemino potrebbe crearlo: qualche posto di lavoro in meno, una qualità della vita peggiore (sempre che la qualità della vita non la si voglia misurare solo col Pil) e soprattutto qualche rischio in più in fatto di sicurezza sul lavoro.
«Più che altro mi preoccupo della sicurezza sul lavoro, spiega il segretario di Ambiente e Lavoro Rino Pavanello - ovviamente tutto dipende dal tipo di lavoro, perché se stai due ore in più in ufficio davanti al computer è un conto, se ti fai 10 ore invece di 8 di movimentazione carichi il discorso è diverso, e purtroppo lo dimostra il numero di infortuni che avviene nell’ultima ora dei turni».
Per Pavanello comunque sarà possibile riaprire la trattativa sindacale: «In base all’articolo 28 e 29 del nuovo Testo Unico, sindacati ed Rsu saranno chiamati a contrattare caso per caso, in base al carico fisico del lavoro, ma anche all’esposizione a microclimi particolari o ad agenti al limite della pericolosità».
Invece è diverso per il segretario di Ambiente e Lavoro il ragionamento sui premi di produttività: «Se il premio viene dato fino a 250 euro all’anno uguale per tutti diventa premio aziendale collegato a ricorrenze particolari. Ma se invece sarà possibile diversificarlo, questo può andare a minare pezzi della contrattualizzazione aziendale. Serve quindi un criterio di trasparenza in tal senso».

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