E-mobility a Berlino
Secondo il Sole24Ore, che ne dà notizia, «sarà il maggior progetto urbano al mondo sull´auto elettrica». Si tratta di E-mobility Berlin e prevede, nella capitale tedesca, 500 punti di ricarica veloce per auto elettriche e ibride, e la diffusione di almeno 100 Smart Ed (Electric Drive) dotate di nuove batterie a ioni di litio, ottimizzate per la ricarica rapida e più lunghe percorrenze (rispetto ai primi prototipi della piccola citycar del gruppo Daimler). E-mobility Berlin, sostenuto dal Governo tedesco, punta quindi a eclissare analoghi esperimenti previsti a Londra e Copenaghen.
La novità «starà nell´applicazione estesa di soluzioni telematiche di infomobilità. Le Smart infatti saranno dotate di sistemi di pagamento automatico delle ricariche, di navigazione e ricerca delle stazioni Rwe, di ottimizzazione dei percorsi urbani e di tariffe elettriche ribassate (eco-power tariff) accessibili un po´ a tutti».
Inoltre ci sarà «la possibilità, per i possessori di auto elettriche e ibride, di "rivendere" in futuro alla rete l´energia in eccesso (vehicle-to-grid). Il relativo software è già stato incorporato nelle stazioni di ricarica intelligenti e nelle centraline delle Smart Ed.
Sarà un secondo passo del progetto, decisivo soprattutto quando cominceranno a diffondersi le auto elettriche di seconda generazione, per ora parzialmente alimentate da pannelli fotovoltaici a bordo».
Ma la cosa più interessante, al di là del progetto, sono le motivazioni spiegate da Dieter Zetsche, presidente di Daimler Ag: «La nostra iniziativa congiunta sarà un buon esempio di quello che si può fare quando le amministrazioni, insieme ai produttori di energia e di automobili lavorano assieme sullo stesso obiettivo. Il tutto su un concetto integrato di mobilità, capace di combinare auto elettriche di reale uso quotidiano con l´infrastruttura appropriata. In questo modo contiamo di incontrare decisamente il favore degli utenti e di rendere reale l´era dei veicoli elettrici».
Come si vede, dove si può e si vuole, il governo può dare una mano all’economia senza salvare aziende dai crack e contemporaneamente ridurre gli impatti sull’ambiente. Si chiama riorientamento del mercato verso la sostenibilità sociale e ambientale. Lo sforzo dei governi veramente avanzati dal punto di vista della sostenibilità ambientale e sociale - e che non vogliono certo far crollare l’economia dei propri paesi ma renderla più ecologica - deve (dovrebbe) essere quello di far sì che questi progetti da episodici diventino sistematici.
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