Crisi economica senza guida
Economia in ginocchio, borse sotto il controllo degli speculatori, allargamento della forbice tra ricchi e poveri, materie prime sempre più scarse e costose disegnano uno scenario dove non è fantasioso vedere l’uscita dal caos almeno partendo dal mettere in discussione, non solo le regole, bensì la stessa direzione della crescita economica.
Pensavamo che dopo avere superato indenni la finanza creativa (nostrana non meno che statunitense) almeno si sarebbe tentato di adoperare il volante oltre che all´acceleratore.
L’economia continua a bruciare miliardi di dollari e di euro "virtuali" nelle borse planetarie e comincia ad intaccare seriemente quella che viene definita l´economia reale, si è arrivati a dire che non è questo il momento per occuparsi dell’ambiente (vedi posizione Giovani imprenditori di Confindustria, vedi Scajola, vedi Prestigiacomo ecc). Macché Protocollo di Kyoto; macché industria che si deve riorientare; macché energie rinnovabili; macché adattamento e lotta ai cambiamenti climatici: "qui non c’è tempo da perdere dietro queste sofisticazioni". Bisogna rimboccarsi le maniche e far ripartire la locomotiva della crescita a prescindere.
Con i soldi dei contribuenti (debito pubblico), ma dicendo loro che lo Stato non deve mettere il becco nel mercato e orientare alcunché.
Insomma, l’economia legata all’ambiente pare sia una invenzione e non un dato di fatto oggettivo, mentre il mercato sarebbe qualcosa di precedente all’uomo che va lasciato andare senza lacci e laccioli (con nuove regole, casomai, che lo facciano andare più spedito anche se non si sa dove). Come se il mercato fosse "naturale" e le materie prime "artificiali".
1 commenti:
Il problema è molto serio perchè questa crisi finanziaria avrebbe potuto rappresentare l'occasione per una decisa inversione di marcia negli modelli (insostenibili) di sviluppo fondati sulla crescita a tutti i costi. Invece quello che si nota è che questi modelli detengono dei forti sistemi immunitari: il malato (l'economia) invece di rimuovere le cause dei suoi mali si imbottisce di analgesici nonostante la presenza di "effetti collaterali indesiderati anche gravi". L'incapacità di reazione dell'opinione pubblica e la sua completa sottomissione a questo miope sistema economico e alle forze politiche (altrettanto miopi) che esso esprime denuncia chiaramente da un lato l'esistenza di una condizione "asimmetrica" nella gestione delle informazioni ("non so e non ci capisco niente") e dall'altro l'incapacità della società di effettuare delle scelte ottimali. Questo è uno spinossissimo problema perchè ha delle implicazioni etiche e politiche sensibili.
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