lunedì 3 novembre 2008

Fluocompatte e LED consumano meno, ma ancora non danno il massimo

Le lampadine fluocompatte sono attualmente il bersaglio di critiche accese. Le lampadine con lo zoccolo contengono vapore di mercurio per circa 5 mg, costituiscono dunque un rifiuto pericoloso che deve essere raccolto e trattato dopo l’uso. Un’informazione sconosciuta dal grande pubblico, che continua a gettarle direttamente nella spazzatura. Consapevole che questo difetto zavorra l’immagine ecologica di questo prodotto pieno di futuro, Philips cerca di fare un balzo in avanti: la multinazionale garantisce che nel corso dei prossimi anni sarà capace di eliminare il mercurio dalle lampade a basso consumo. Ma un secondo capo d’accusa è stato recentemente depositato sulle fluorescenti: alcuni modelli emetterebbero campi elettromagnetici “suscettibili di perturbare gravemente le persone”. L’allerta è arrivata nel settembre del 2007 dal Centro di ricerca e di informazione indipendenti sugli irradiamenti elettromagnetici (CRIIREM) e sconsiglia l’uso delle fluorescenti come lampada da comodino. La Federazione europea degli industriali di lampadine ha risposto sfoderando uno studio svizzero in cui si dichiara che gli irradiamenti sarebbero identici a quelli prodotti dall’incandescenza. L’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria dell’ambiente e del lavoro (AFSSET), incaricata della questione, dovrebbe presto emettere la sua sentenza.
I LED non hanno tutti questi difetti, ma questo significa forse che sono puliti? Non è detto. La loro fabbricazione esige un grande dispendio energetico oltre che l’utilizzo di materiali rari. «L’industria dei semi conduttori è molto più inquinante dell’industria classica della lampadina. I solventi utilizzati sono pericolosi e certi composti, come l’indio o il fosfuro possono provocare malformazioni…», spiega Georges Zissis, ricercatore specializzato in scienze della luce all’Università di Tolosa. Alcuni esperimenti sono portati avanti attualmente su materiali alternativi quali l’ossido di zinco o il silicio puro. Esattamente come le fluocompatte, però, i diodi devono essere recuperati dopo aver reso il loro servizio. Per essere riciclati? «I LED sono sottoposti alla direttiva D3E sui rifiuti elettronici esauriti – ricorda Hervé Lefebvre, specialista dell’illuminazione presso l’Agenzia per l’ambiente e l’utilizzo dell’energia (ADEME). Ma, dopo 50.000 ore d’uso, i componenti non sono più recuperabili e quindi destinati alla distruzione». Presso Recyclum, un’eco organizzazione incaricata del riciclaggio delle lampadine, confessano di mancare di dati su lungo periodo: «I LED sono molto recenti – spiega Ophélie Plantard, responsabile della comunicazione –. La maggior parte dei prodotti sono ancora in attività. Ma possiamo ipotizzare che i LED dovrebbero essere riciclati con lo stesso procedimento delle carte elettroniche situate all’interno dei computer o degli elettrodomestici».
Rimane il fatto che è comunque l’energia elettrica consumata durante tutta la vita di una fonte di luce a essere responsabile di oltre il 90 per cento del suo impatto ambientale complessivo.

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