Caccia in deroga finita
La delibera del 22 dicembre 2008 rende definitiva una decisione che è clamorosa e che, anche se in ritardo, prende atto dei pronunciamenti della Corte Costituzionale che ha più volte dichiarato l´illegittimità delle leggi lombarde sulla caccia in deroga perché in contrasto con la direttiva comunitaria e con la legge nazionale sulla caccia.
Una nota della LAV (Lega Anti Vivisezione) spiega che «In particolare la Corte Costituzionale ha censurato il ricorso della regione Lombardia allo strumento legislativo allo scopo di autorizzare il prelievo in deroga, strumento che preclude l´esercizio del potere di annullamento da parte del Presidente del consiglio dei ministri. La presa di posizione del Presidente Formigoni giunge, però, nello stesso giorno in cui la Commissione Europea ha acquisito la legge regionale sulla caccia in deroga tra gli atti della procedura di infrazione n°2006/2131 già avviata nei confronti della Lombardia».
I consiglieri regionali verdi Carlo Monguzzi e Marcello Saponaro spiegano che così «La Regione Lombardia archivia definitivamente la caccia in deroga alle specie protette. Con questa comunicazione Formigoni ammette bellamente che in tutti questi anni la Regione ha legiferato, in modo reiterato e illegittimo, in materia di caccia a specie protette (sono ormai familiari a tutti le battaglie condotte con le associazioni ambientaliste per difendere peppole, fringuelli, passeri, storni) e conclude che per il futuro questo tipo di caccia deve essere evitato».
Formigoni afferma cioè che la Regione Lombardia approva leggi incostituzionali e lo ammette con tranquillità, quasi non ne fosse direttamente responsabile. Da anni le associazioni ambientaliste, i TAR, la Commissione europea, la Corte Costituzionale affermano con chiarezza e decisione che i provvedimenti lombardi sulla caccia in deroga sono illegittimi. Meglio tardi che mai possiamo dire, ma quanti milioni di piccoli uccelli ingiustamente abbattuti e quante multe delle Commissione Europea pagate da tutti noi.
Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV, mette in evidenza le ricadute che la ritirata di Formigoni potrebbe avere sulle altre regioni: «Prendiamo atto con soddisfazione della presa di posizione del presidente Formigoni e confidiamo che anche il presidente della regione Veneto, Galan, segua a breve la strada intrapresa dal collega lombardo. Anche il Veneto, infatti, ha illegittimamente legiferato sulla caccia in deroga, con conseguente acquisizione degli atti da parte della Commissione Europea. In Italia tali provvedimenti sono costantemente utilizzati alla stregua di moneta di scambio elettorale tra i cacciatori ed i loro politici di riferimento».
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