mercoledì 11 febbraio 2009

Ingegneria ecologica

È davvero vantaggioso usare gli Organismi Geneticamente Modificati per controllare l’invasione di parassiti nelle colture evitando l’uso di pesticidi? A quanto pare gli OGM non servono neanche a questo.
Alla fine dello scorso anno sulla rivista scientifica Nature è apparso un articolo che spiega come altre tecniche di ingegneria agricola, che niente hanno a che vedere con il rimescolamento di geni provenienti da organismi differenti, offrano maggiori possibilità all’ambiente e alla società di quante non ne prospettino gli organismi transgenici.
Lo studio è il frutto della collaborazione di numerosi centri di ricerca europei: l’Helmholtz Centre for Environmental Research in Germania, l’Institute of Integrative and Comparative Biology and Earth and Biosphere Institute dell’Università di Leeds del Regno Unito e il dipartimento di Ecologia dell’Università di scienze agrarie della Svezia. Josef Settele, ricercatore all’Helmholtz Centre, e i suoi colleghi spiegano che le tecniche agricole di “ecological engineering” consentono di controllare più efficacemente i parassiti e di evitare gli insetticidi. Gli autori si riferiscono in particolare al controllo biologico dell’irrigazione delle coltivazioni di riso, che rappresentano il caso emblematico in cui l’aumento di biodiversità offre di per sé dei servizi indispensabili per l’uomo. Gli insetti e i parassiti che infettano e degradano le coltivazioni possono essere controllati da un’appropriata riduzione nell’uso dei pesticidi associata a una corretta gestione dei territori.
Queste pratiche prendono il nome di “ecological engineering”, in italiano ingegneria ecologica. Gli studi, condotti all’International Rice Research Institute (IRRI) delle Filippine, dimostrano che, a differenza di quelle transgeniche, le coltivazioni condotte a ingegneria ecologica salvaguardano l’indipendenza economica dei coltivatori.
Al contrario, l’uso di OGM aggrava la dipendenza economica dall’estero di molti paesi in via di sviluppo e gli agricoltori si ritrovano legati per contratto a chi fornisce le sementi, i diserbanti e gli insetticidi.
Una recente ricerca dell’Università del Kansas realizzata dal Professor Barney Gordon del dipartimento di Agronomia ha inoltre dimostrato che, dopo tre anni di sperimentazione, la soia geneticamente modificata produce il 10% in meno rispetto a quella convenzionale, evidenziando così anche la minore produttività del prodotto OGM. L’adozione delle tecniche descritte può essere immediata e a costi molto ridotti rispetto a quelli che richiederebbe l’avvio e la manutenzione di colture transgeniche. Intanto si studiano altre coltivazioni, soprattutto in Cina, ma anche a livello mondiale.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Gianluca
sono Dario Rinco, coordinatore regionale della Lomdardia del movimento Per il Bene Comune lista civica nazionale.
Abitando a Sesto S.G., se fosse possibuile, vorrei venire a trovarla per valutare le tematiche che ci uniscono.
Se mi potesse rispondere a questo indirizzo mail PBC_Lombardia@yahoo.it le sarei grato.
Ringraziandola in anticipo per l'attenzione che vorrà prestare a questa richiesta, le auguro una buona giornata.

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails