La seconda guerra d'indipendenza
Gli USA a firma del neo Presidente Barack Obama, hanno preparato un documento su energia e ambiente che capovolge la politica dei petrolieri, protetti dal tandem Bush-Cheney. Il testo autorizza 14 Stati a derogare dalle prescrizioni federali sull'inquinamento automobilistico, dotandosi di disposizioni più stringenti in materia di emissioni.
Il quadro è quello della lotta all'inquinamento e del passaggio a energie rinnovabili. Non differisce troppo da analoghi programmi europei, tranne per il riferimento a 5milioni di nuovi posti di lavoro nelle nuove industrie del vento, del solare e di tutto quanto sia fonte sostenibile.
Spicca la politica automobilistica che la nuova amministrazione sta tracciando. E' la sfida alla dipendenza del petrolio che inizia.
Il progetto USA su energia e ambiente prevede di risparmiare in 10 anni il petrolio importato abitualmente dal Medioriente e dal Venezuela. Proprio così è scritto nel testo: Medioriente e Venezuela. Questo equivale a dire: risparmiamo sui consumi una quantità di petrolio che corrisponde a quello che oggi importiamo da quei paesi produttori. Ma c'è anche un'altra lettura, sottintesa: possiamo fare a meno del petrolio del Medioriente e di quello del Venezuela. Attenti a voi, sceicchi, attento a te Chavez.
C'è poi la scommessa di avere ogni anno un milione di auto ibride nuove sulle strade dal 2015: auto prevalentemente elettriche tanto che, come è scritto nel progetto: "noi faremo in modo che siano costruite qui in America", tanto per dare un contentino a sindacati e fabbricanti. E con questo sembra che l'indicazione di marcia sia evidente: agli americani, ai lavoratori, ai fabbricanti di automobili, a tutto il mondo. Il tempo dell'auto continua, quello dell'auto a petrolio va verso la fine. Naturalmente, "Made in USA".
Obama va avanti. I suoi primi dieci giorni, valgono molto più di cento giorni altrui.
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