venerdì 1 maggio 2009

Allarme per la pesca eccessiva

Il 30% delle popolazioni ittiche sono sotto il proprio limite biologico di sicurezza e non si sa se saranno in grado di rigenerarsi.
Il problema è serio e riguarda in primo luogo l’eccesso di capacità dei pescherecci: questi, infatti, per rispondere a una domanda che cresce e far fronte a una risorsa sempre meno disponibile, praticano catture spesso al di sotto dei parametri (taglia e età) consentiti. Succede così che una parte del pescato cada nelle reti prima di aver raggiunto l’età riproduttiva.
Ad esempio, il 93% del baccalà proveniente dal Mare del Nord viene catturato prima della deposizione delle uova e dal 2005 nel Mar Cantabrico è stata interdetta la pesca delle alici in un tentativo disperato di riportare la popolazione della specie a livelli accettabili.
Questa situazione esige soluzioni radicali e immediate se si vuole evitare lo spopolamento dei mari e la morte del settore della pesca. L’allarme è stato lanciato dalla Commissione Europea che ha messo sul tavolo una serie di proposte per approvare entro il 2012 un piano di azione.
La Commissione ha elencato i cinque problemi strutturali sui quali intervenire: eccesso di capacità delle flotte, poca lungimiranza, mancanza di strategie politiche comuni, insufficiente responsabilità del settore e mancanza di regolamentazione.
A questo quadro però corrisponde un’altra delicata realtà: mentre le flotte di pescherecci si riducono (2% annuo) la loro produttività aumenta (2-3%). Sono ancora molte, le aree costiere e le città portuali che sopravvivono grazie a questo settore e, in molti casi, grazie alle grandi compagnie. Intervenire su questo settore sarà un’operazione estremamente delicata che avrà effetti non solo sull’ambiente marino ma anche sul piano economico, sociale e culturale.

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails