venerdì 10 luglio 2009

La cancellazione dei debiti del terzo mondo

L’associazione Mani Tese, Crbm e l’Associazione Ong italiane si sono unite per chiedere al Governo di cancellare una parte del debito contratto dall’Ecuador nei confronti del nostro Paese.
Fra i prestiti contratti dall'Ecuador c'è anche quello per la costruzione di una centrale elettrica. Il finanziamento, 45 milioni di euro, costituiva un "aiuto vincolato". Infatti l’Italia ha erogato il finanziamento ottenendo in cambio che la gara d’appalto per la costruzione della centrale fosse ristretta alla partecipazione di sole imprese italiane in associazione ad imprese ecuadoregne, limitando così di fatto la concorrenza, in cambio di un finanziamento del 20% della spesa totale. Ad aggiudicarsi la gara fu un consorzio di imprese guidato dall’italiana Ansaldo. Le motivazioni che rendono illegittimo il debito nascono dal fatto che i costi dell’impresa sono aumentati in corso d’opera del 160%, ma a questo non ha fatto seguito un aumento effettivo della potenza della centrale, che oggi lavora ad un terzo delle proprie capacità. Inoltre, le valutazioni ambientali effettuate non si sono rivelate conformi alle direttive interne della Banca mondiale sul tema. La realizzazione dell’opera è stata intrapresa senza effettuare consultazioni per ottenere il consenso delle popolazioni indigene (come prevede invece l’accordo 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro). In più, l’inondazione per creare l’invaso per la centrale elettrica ha costretto circa 15mila contadini ad abbandonare le proprie terre.
Riconvertire il debito, cosa che si sta provando a fare, significherebbe ammetterne la legittimità e ignorare i danni che invece la popolazione ha subito. Invece l’Italia potrebbe seguire l’esempio della Norvegia, che nell’ottobre 2006, dopo un lungo dibattito interno, ha deciso di cancellare unilateralmente e incondizionatamente il debito contratto dall'Ecuador.

1 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie! Un bel video, giusto anche nel significato proposto di "buon senso".

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