martedì 8 settembre 2009

Chi inquina di più nel mondo

Per capire quanto un Paese contribuisce all'inquinamento globale non è sufficiente leggere le emissioni di CO2, ma è molto più significativo il dato delle emissioni pro capite. Inoltre è interessante e importante vedere la tendenza nel tempo per capire quanto un Paese sia responsabilizzato nel contenere o meglio diminuire le emissioni inquinanti.
Il semplice dato assoluto afferma che la Cina, è il maggiore inquinante mondiale con 6.018 milioni di tonnellate di CO2 e ha superato gli Stati Uniti nel 2007. Ma leggendo il dato pro capite, lo statunitense medio è responsabile per 19,8 tonnellate a persona, il cinese solo 4,6, la metà di un italiano che ne emette ben 8,05.
Leggendo i dati in questo modo, si scopre che gli australiani emettono fino a 20,6 tonnellate a persona (una causa è la loro dipendenza dal carbone) e gli inglesi solo 9,7 (grazie alle centrali a gas). L’India, spesso associata come la Cina ad essere uno dei Paesi più inquinanti, produce soltanto 1,2 tonnellate a indiano. La sorpresa più grande è però quella di scoprire che gli abitanti delle Isole Vergini sono i più inquinanti al mondo producendo 118,3 tonnellate di CO2 a persona!
Il Guardian ha redatto una tabella con tutte le emissioni di ogni Paese e le variazioni nel tempo.
Grazie alla responsabilizzazione dei paesi occidentali sul problema dell'inquinamento globale, negli ultimi anni diversi paesi hanno ottenuto ottimi risultati. I risultati migliori li ha avuti la Danimarca, che in 10 anni (1996-2006) ha abbattuto del 19% le sue emissioni, in largo anticipo con gli obiettivi europei. Buoni risultati li hanno avuti anche la Svezia (-15%), la Germania (-4%) e il Regno Unito (-1%). Ottimi risultati li hanno ottenuti anche gli ultimi paesi dell'est europeo annessi all’Unione Europea: in Romania le tonnellate emesse di CO2 sono state ridotte del 22%, in Polonia e Repubblica Ceca del 13% e in Ucraina del 10%.
In Italia, grazie a scelte politiche e d'investimento totalmente sbagliate, negli ultmi 10 anni si è avuto uno dei maggiori incrementi di emissione di CO2 dei paesi occidentali: +10%! Gli Stati Uniti meno dell'Italia, +7%. Non siamo ai livelli dei paesi del terzo mondo con +40% o +50%, ne della Cina con il suo +105% di emissioni, ma con questa tendenza non rientreremo mai nei giusti obiettivi europei e le nostre imprese saranno costrette a pagare multe per il loro eccesso di emissioni.
Giustamente l'Unione Europea ha già avvisato l'Italia che non potranno esserci aiuti diretti da parte dello Stato nel pagare queste multe (ricordate il decreto spalma debiti per le società di calcio?), si tratterebbe di aiuti di Stato che falsano il mercato comunitario e contrario alle leggi europee. Tra le imprese maggiormente indiziate, ci sono le centrali termoelettriche ancora troppo legate al carbone. Lo Stato italiano dovrebbe inziare una seria politica di conversione energetica e di incentivi che dia risultati nel medio termine, senza puntare a tecnologie nucleari che vedremo forse tra 10 anni e con tutte le problematiche non secondarie a contorno.

5 commenti:

Mauro ha detto...

Ciao Gianluca.
E' davvero significativo constatare come le cose cambiano aspetto a seconda dell'angolazione da cui le si guarda. Mi spiego.
L'analisi dei dati del livello d'inquinamento annuao da CO2 di un Paese (milioni di tonnellate) in base ad una distribuzione pro capite porta a risultati decisamente diversi rispetto ai "dati assoluti", questo è vero.
Occorre però considerare una cosa: i Paesi che hai citato, comunemente classificati come i più inquinanti (Cina, India, Russia) hanno in comune il fatto di essere paesi in via di sviluppo, dove ricchezza e popolazione "inquinante" (produzione industriale, auto, produzione di energia, ecc.) sono concentrate in aree percentualmente trascurabili rispetto all'estensione del loro territorio nazionale ed al totale della popolazione del paese. Per il resto si tratta di vastissime zone rurali e/o industrialmente arretrate, abitate dalle fasce più povere della popolazione, dove certamente le cause inquinanti umane sono estrmamente ridotte. Ma anch'esse fanno numero...
Non dovrebbe quindi sorprendere che il dato pro-capite sia basso in Cina e India, ed estremamente elevato nei paesi molto industrializzati o dove la ricchezza è elevata e distribuita più uniformemente.

Altro discorso è quello dell'impegno dei paesi a ridurre il livello d'inquinamento, che evidenzia invece l'enorme potenziale inquinante dei paesi in via di sviluppo, dove sembra siano in pochissimi (per ora) ad inquinare tantissimo, senza curarsene poi più di tanto.

Per curiosità, prova a rifare i calcoli non in base alle tonnellate di CO2 pro-capite ma in base al dato tonnellate annue per km2. Scoprirai che Giappone, Germania, Regno Unito, Italia sono in testa di molte lunghezze rispetto a USA, Cina e India che, in quest'ottica, sono invece abbastanza allineati.

Un ultimo appunto sul tanto contestato "nucleare" : credo non sia difficile valutare - da qualsiasi punto di vista lo si voglia fare - la differenza fra i danni prodotti fino ad oggi dall'inquinamento reale dovuto alla combustione, e le emissioni inquinanti prodotte dalle centinaia di centrali atomiche, praticamente nullo, in 40 anni di attività.
Comunque, speriamo nel vento e nel sole. Ma mi sa che ci vorranno ben più di 10 anni.

Unknown ha detto...

Hai ragione Mauro, i dati cambiano secondo quali parametri si usano. Un po' come tutte le statistiche in generale.
Sia i miei dati che i tuoi forniscono comunque una visione non certo positiva.
In pratica i paesi più industrializzati inquinano di più in termini di quantità e timidamente iniziano a rendersene conto. Quelli in via di sviluppo inquinano meno in termini assoluti, ma molto in zone concentrate e con inquinanti che ricordano il nostro passato.
Però dico che il paragone con il nucleare non regge perchè l'articolo si concentrava sulla CO2, ma il nucleare non lo batte nessuno per inquinanti di ben altro livello.

Mauro ha detto...

Vero. la situazione è decisamente preoccupante.
Come hai ricordato anche tu, in termini assoluti - leggi tonnellate di CO2 annue prodotte - sono i paesi in via di sviluppo ed USA ad inquinare di più.

Il paragone con il nucleare non regge, infatti. Quali sono gli effetti visibili e misurabili dell'inquinamento nucleare a livello planetario (e parlo d'inquinamento, non delle conseguenze di incidenti)? Riduzione dell'ozonosfera? Riscaldamento globale? Scioglimento dei ghiacci? Nessuno mette in dubbio il terribile potenziale distruttivo connesso alla produzione dell'energia nuclare. Occorre però considerare che le fonti di produzione di energia (inquinamento) "tradizionali" sono alla portata di chiunque, capillarmente distribuite su tutto il pianeta, facilmente fruibili, estremamente invasive per l'ambiente, difficili se non impossibili da controllare e contenere (a cominciare dalle nostre auto, i nostri impianti di riscaldamento domestici, ecc...). Va anche detto che le misure ed i controlli per il contenimento dell'inquinamento "tradizionale" sono facilmente eludibili (pensa all'industria).
Invece, proprio per la sua micidiale pericolosità e per l'intrinseca difficoltà di utilizzo e sfruttamento, la produzione di energia nucleare e, di conseguanza, il trattamento, lo stoccaggio ed il controllo delle scorie nucleari sono problemi da sempre affrontati con estremo rigore e serietà, esclusivamente con l'imprescindibile e costante contributo di specialisti, esperti e studiosi.
Sono certo che tu conosca perfettamente la materia e forse sarà superfluo farlo, ma vorrei proporti la lettura di un breve rapporto sullo stato dell'arte in materia di gestione delle scorie nucleari:

http://www.ingegnerianucleare.net/Tematiche/4SN/4SNscorieA/4SNscorieA_classificazione/4SNscorieA_classificazione.htm

Interessanti anche gli approfondimenti offerti dalla bibliografia dell'articolo.

Eppure il vento soffia ancora....

Unknown ha detto...

Ti ringrazio dello spunto per un approfondimento sul tema.
Ti faccio notare che anche le recenti notizie di traffici di scorie francesi in terra russa smentiscono qualunque tesi di sicurezza in tema di gestione scorie. Dove c'è l'uomo e ci sono gestioni difficili e costose, si annida sempre il malaffare. Se poi l'argomento diventa pericoloso per la comunità, allora forse è meglio accontentarsi di fonti diversamente inquinanti.

Mauro ha detto...

Il problema vero è quindi l'uomo e la sua disonestà e cupidigia. Il problema vero è dunque combattere il malaffare.
I traffici di scorie nucleari (come molte altre nefandezze umane anche peggiori), ne sono una conseguenza. Non smentiscono la validità delle soluzioni (non tesi) di sicurezza del loro smaltimento.
Perchè colpevolizzare una possibile soluzione al problema energetico e di contaminazione del pianeta?
Semplificando parecchio il concetto (passami per favore il paragone molto riduttivo), sarebbe come bandire l'uso dei coltelli da cucina, innegabilmente micidiali e pericolosi per loro natura, perchè c'è gente che li usa per togliere la vita ad altre persone. A tutto discapito di coloro che li usano in modo onesto, per affettarsi tranquillamente il salame con gli amici.

Il problema non è dunque mai lo strumento, la risorsa, il mezzo, ma come questo viene utilizzato da gente (uomini) senza scrupoli.
Su questo occorrerebbe concentrare gli sforzi.

E mi pare sia decisamente più facile tenere sotto controllo i 440 reattori nucleari distribuiti in 13 nazioni, localizzati, identificabili, isolati ed al centro dell'attenzione di tutto il mondo, che non le fonti energetiche tradizionalmente o "diversamente" inquinanti, sparpagliate senza soluzione di continuità su tutto il pianeta, che stanno provocando danni irreparabili grazie all'uso irresponsabile, o nella migliore delle ipotesi inconsapevolmente pericoloso, che i loro utilizzatori ne fanno.

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