mercoledì 2 settembre 2009

Microalghe per biocarburanti e sostenibilità

I biocarburanti non mi hanno mai convinto come alternativa ai carburanti derivati dal petrolio. Semplicemente perchè non risolvono il problema alla radice, ma diversificando la fonte di produzione si cerca di spostare il problema da una parte all'altra. Sarebbe meglio intensificare le ricerche per modificare il processo a valle, cioè modificando i motori e i veicoli per essere più efficienti e sfruttare energie alternative che non siano derivate dalla combustione e dallo scoppio.
Diverse gruppi di ricerca stanno tendando di produrre biocarburanti da microalghe, anche se l'apparenza inganna in fatto di sostenibilità esattamente come per le altre materie prime per biocarburanti.
Le microalghe possono produrre maggiori quantità di olio rispetto a colture convenzionali come la colza, hanno bisogno di meno spazio e possono essere coltivate dove non rubano spazio all'agricoltura. Però, anche se le microalghe producono circa 15 volte più biodiesel della colza, hanno bisogno di quantità di fertilizzanti azotati circa 85 volte maggiori.
Per una produzione su larga scala si sta cercando di riutilizzare i residui di azoto e fosforo come fertilizzanti e di sfruttare il metano prodotto durante la lavorazione delle alghe per produrre ulteriore energia e cosi rendere un po' sostenibile il processo.
Alcuni risultati di ricerca suggeriscono che, se nelle microalghe il contenuto di lipidi è minore del 40%, sarebbe più conveniente produrre direttamente e esclusivamente metano dalle microalghe. Quindi se si vuole produrre biodiesel, le microalghe selezionate devono contenere oltre il 40% di lipidi.
Evito di fare commenti sulle recenti notizie di ricerche sull'uso dei cocomeri per produrre biocarburanti. La prima volta che ho letto la notizia pensavo ad uno scherzo!

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