lunedì 26 ottobre 2009

Avanti adagio, ancora in mezzo al guado

Sono deluso! Non lo nascondo. Sono deluso per la vittoria di Bersani alle primarie del Partito Democratico.
Non mi aspettavo una vittoria così netta e così allineata con i voti dei circoli.
Dai risultati ricavo due letture che sono una mia personale impressione non confermata da alcun riscontro.
Il risultato, con queste percentuali e con questa conferma dei voti dei circoli, rispecchia in pieno le vecchie forze che hanno costituito il Partito, a dimostrazione che il cordone con il passato non si è rotto e fatica a farlo. Tra iscritti e simpatizzanti non si ha il coraggio di avere una visione diversa di partito e di politica. Ne è una dimostrazione anche la percentuale di Marino, che prendendo voti dagli ex DS e da nuovi simpatizzanti non è riuscito ad avere numeri significativi.
La vittoria di Bersani è anche, se ce ne fosse ancora bisogno, la dimostrazione di come gli italiani abbiano paura di ciò che non conoscono. Paura delle riforme, paura del troppo nuovo, paura del diverso. Bersani è rassicurante nella sua politica da "professionista", sponsorizzato da D'Alema e poco rivoluzionario nella gestione politica in senso generale. Insomma, gli italiani hanno scelto la strada che conoscono rispetto a quella sconosciuta che potrebbe togliere loro dei punti di riferimento.
E adesso? Adesso il Partito Democratico è più forte di prima. Il numero di partecipanti alle primarie è la dimostrazione della voglia di democrazia che nessun altro partito italiano è in grado di dare. Non è più forte come avrei desiderato, ne sopratutto rinnovato. Il Partito fa qualche passo avanti, ma non uscirà dal guado in cui è entrato e questo non permetterà ai diffidenti di cambiare idea, ne ai partiti avvoltoi di smettere di sorvolare e prendere chi resta indietro.
Anche la delusione fa parte della democrazia e se è la democrazia che vogliamo, dobbiamo abituarci ad accettare le scelte della maggioranza.
Nel mio piccolo continuerò a dare il mio contributo per cercare di tirare fuori dal guado questo Partito, con l'aiuto di chi mi vorrà aiutare e di chi lo sta già facendo. Certo che è difficile decidere se sia meglio mettersi a spingere dalla coda o tirare dalla testa. Visto che di fiducia ormai ne è rimasta poca, ci sono solo due modi per convincere i diffidenti, spararla più grossa e più alta degli altri o presentare proposte concrete condividendole e realizzandole.

PS: Il mio mini sondaggio "Chi voteresti alle primarie del PD?" è finito con Marino 40%, Bersani 38% e Franceschini 22%. Mi sa che devo cambiare lettori ...

1 commenti:

Carmelo Cannarella ha detto...

Personalmente, ritengo che le primarie sono state un importante momento di aggregazione al di là del risultato che possiamo più o meno condividere. Io stesso ho votato e lo ritengo un atto importantissimo di democrazia, soprattutto di questi tempi in cui l'esercizio della partecipazione sta sempre più perdendo di significato. Ritengo che sia stato un atto importante anche nei confronti di quelle formazioni politiche, a destra come a sinistra, che non sono in grado o non vogliono dare spazio ad alcun esercizio democratico. Nel mio piccolo paese l'affluenza è stata non indifferente: 241 votanti con una maggioranza a favore di Franceschini.
Quanto ai contenuti, penso che Marino, pur non avendo ottenuto il riconoscimento che certamente meritava, ha tuttavia lanciato un segnale non indifferente: il problema è trasformare ora questo segnale in un onda di rinnovamento profondo che non potrà che partire dal basso, dall'associazionismo, dal volontariato,dall'impegno quotidiano di tutti noi ed anche da blog come il tuo.
P.S. Continuerò a seguire il tuo blog...

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