lunedì 12 ottobre 2009

ENEL ed ENI in calo di energia

Le società energetiche italiane sono nell'occhio del ciclone internazionale per motivazioni diverse, ma entrambe legate all'inquinamento da un lato e alla crisi economica dall'altro.

Sembra che ENI, la tedesca E.ON, la turca Botas e altre società, dovrebbero pagare a Gazprom delle penali di circa 2,8 miliardi di dollari. Infatti a causa della crisi economica solo in Italia c'è stato un calo di consumi di gas metano di circa 8,2 miliardi di m3, ma il contratto di fornitura prevede delle penali per cui l'acquirente dovrebbe pagare il volume di gas previsto dal contratto, anche se non lo consuma.
Le società consumatrici affermano che la Russia non ha pagato il Turkmenistan per un'infrazione al contratto, il primo ministro Putin ha permesso all'Ucraina di non versare delle penali finanziarie per una situazione analoga e nessuno garantisce che il consumo aumenterà nel 2010.
Gazprom invece insiste perchè se ENI e E.ON non prelevano il volume minimo garantito (in media l'80%), dovranno trasferire un pagamento anticipato per la differenza tra il consumo effettivo e il minimo di garanzia.
Comunque c'è chi afferma che Gazprom potrebbe diminuire le pretese visto che nessuno ha chiesto penali a Gazprom per non aver rispettato i contratti durante la "guerra del gas" tra Russia e Ucraina dell'inverno passato.

Intanto le grandi società energetiche italiane con in testa ENEL, Edison ed ENI dovranno versare 555 milioni di euro per avere immesso troppa CO2 nell'atmosfera.
Pur con il risparmio di emissioni in alcuni settori dove si è rinnovato e in altri dove la crisi dei consumi si è fatta sentire (energetici compresi), il totale è aumentato oltre il limite imposto di 211 milioni di tonnellate.
E' sicuramente il ricorso alle centrali a carbone da parte di ENI ed ENEL in particolare, ad avere contribuito a questo incremento. Nonostante questo, ad aprile Il Governo ha dato l'avvio alla riconversione a carbone della centrale ENEL di Porto Tolle (RO) ed entro il 2009 verranno riconvertite nello stesso modo altre due centrali che si sommeranno a quelle già attive di Brindisi e Fusina.
Per coprire la multa, il Governo interverrà con un fondo per l'acquisto di certificati di emissione i quali dimostrano di non essere adeguati ad incentivare le società ad investimenti ecologici. E' per questo che torna di moda la carbon tax già in vigore in Svezia, Finlandia, Danimarca e Slovenia e prossimamente in Francia.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

la "carbon tax" !!! Nn sarà una scusa x cercare di fare apprezzare di + le centrali nucleari ??

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