giovedì 7 gennaio 2010

La contro Finanziaria possibile

Come ogni anno degli ultimi dieci, Sbilanciamoci! presente il proprio rapporto per una contro Finanziaria alternativa, possibile e soprattutto sostenibile per un rilancio del Paese con una particolare attenzione al lavoro, all'ambiente, ai diritti, alla pace.
Quest'anno, vista la crisi economica, si intitola "Uscire dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo" e seguendo il link si possono leggerne i contenuti e scaricare il pdf completo.
Le proposte di recupero fondi sono:
- accentuare la lotta all'evasione fiscale e politiche di giustizia fiscale. È impossibile quantificare gli introiti dalla lotta all'evasione fiscale, ma sicuramente si possono quantificare le risorse che in due anni entrerebbero dalle seguenti misure; a) innalzamento della tassazione delle rendite al 23%; b) aumento dell’imposizione fiscale al 45% per i redditi oltre i 70mila euro e al 49% per i redditi oltre i 200mila euro; c) introduzione o accentuazione di una serie di tasse di scopo (SUV, diritti televisivi sullo sport spettacolo, porto d’armi, pubblicità). In due anni queste misure produrrebbero 8 miliardi di entrate;
- introdurre una tassa straordinaria e una tantum per i grandi patrimoni (sopra i 5 milioni di euro, il 10% più ricco della popolazione) che rappresenti una sorta di contributo straordinario in una fase di difficoltà per il paese da quelle categorie sociali che rappresentano la parte più ricca del paese. Si tratta in sostanza di una tassa patrimoniale il cui obiettivo sarebbe la raccolta, con una imposizione minima del 3 per 1000, di un introito di 10miliardi e 500 milioni di euro;
- puntare sulla riduzione delle spese militari. Si tratta di una scelta obbligata rispetto a Forze armate sovradimensionate rispetto ai loro compiti costituzionali e agli obblighi internazionali. La sola cancellazione del programma di acquisizione del cacciabombardiere F35-JSF produrrebbe un risparmio in 10 anni di ben 16 miliardi di euro, mentre la riduzione del 20% delle spese militari, sempre in due anni, un risparmio di ben 6 miliardi di euro;
- rinunciare al programma delle grandi opere, che in larga misura sono inutili, costosissime e in gran parte sbagliate. Rinunciare al progetto sul ponte sullo Stretto e alle altre grandi opere previste (tra le quali, da non dimenticare, anche se per il momento senza oneri finanziari, le centrali nucleari) comporterebbe un risparmio di 3,5 miliardi in due anni;
- intervenire su quella parte della spesa pubblica che potrebbe essere ridotta. Vengono indicate due misure che potrebbero essere perseguite: il passaggio nella Pubblica Amministrazione all’open source che porterebbe un risparmio di ben 4 miliardi su due anni (contratti e acquisizioni di licenze) e l’abolizione dei contributi alle scuole private (ben 1 miliardo e 400 milioni in due anni) a favore degli investimenti di queste risorse nel sistema pubblico dell’istruzione.

Questo permetterebbe secondo il rapporto di:
- promuovere adeguate politiche del lavoro e allargare lo spettro di applicazione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori delle piccole medie e imprese e ai co.pro/interinali, eccetera sulla base delle regole esistenti per i lavoratori a tempo indeterminato delle grandi imprese (cassa integrazione e copertura fino a 8 mesi all’80% dello stipendio);
- promuovere un piano nazionale di "piccole opere" e per l’ambiente (che poi così piccole non sono) ambientali e sociali, attraverso una serie di interventi legati ai lavori pubblici nel campo energetico, della mobilità, del riassetto del territorio; promuovere un allargamento delle politiche di welfare – non con interventi caritatevoli come la social card e i bonus bebè – ma attraverso interventi e servizi sociali mirati, permanenti e continuativi, come l’apertura di 5mila nuovi asili nido, di 1000 strutture di servizio su base territoriale a favore di disabili e anziani non autosufficienti, l’introduzione dei Livelli Minimi di Assistenza, la promozione del diritto allo studio (borse, alloggi, eccetera); si tratta di politiche che in un’accezione ampia dei welfare comprendono anche le politiche per la cooperazione allo sviluppo, la pace, il servizio civile;
- sostenere il sistema delle imprese attraverso politiche di incentivo nel campo dell’innovazione e della ricerca, di sostegno all’accesso al credito, di aiuto (con interventi di defiscalizzazioni o bonus) finalizzato al mantenimento dell’occupazione e alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario, alla promozione di patti territoriali per il sostegno al sistema locale delle imprese;
- arginare il crescente impoverimento del paese e rilanciare la domanda interna con il sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori, delle famiglie e dei disoccupati attraverso una serie di misure specifiche e di ammortizzatori sociali.

3 commenti:

GAMoN ha detto...

Mamma mia! Non condivido quasi nulla di questa finanziaria alternativa: aumento della pressione fiscale. Ma che bella idea per rilanciare l'economia!
Le imprese non aspettano altro. Gli autonomi ringraziano. Ma anche i dipendenti saranno felici di lasciare un altro pezzetto di stipendio allo Stato.
Giusto per farti un quadretto, da 28 mila euro si paga il 38%, dai 55 mila il 41% e dai 75 mila il 43%.

Diciamo che, a spanne, un autonomo che ha un reddito lordo di 80 mila euro (evidentemente già considerato ricco) ha un'aliquota irpef media del 38%. A cui aggiungiamo l'irap, 3,9% e l'inps 26%.
Arriviamo al 67% di imposizone fiscale. Certo, il "trucco" è non considerare l'inps tributo fiscale. Quella si chiama previdenza: soldi che se mettessi sotto il materasso renderebbero molto di più, ammesso di raggiungere l'età minima e e gli anni di contribuzione necessari a percepirla, la pensione.
Ci sono molti aspetti che rendono "odioso" il contributo inps: il minimo fisso di 2500 euro che gli artigiani e commercianti devono pagare anche se sono andati in perdita. Praticamente una barriera all'ingresso per le nuove attività imprenditoriali: non sai se e quanto guadagnerai, ma sai che l'inps busserà alla tua porta come un orologio svizzero. E se non riesci a pagare, anche per un solo giorno, le sanzioni sono salate: il 30% (praticamente un tasso usuraio) + il tasso legale del 2,5% all'anno.

Comunque la morale è che un autonomo "ricco" si trova a fine anno con circa 1/3 del lordo.
L'aumento delle aliquote rende semplicemente più conveniente pagare degli specialisti per eludere ed evadere il fisco. E' stato considerato questo costo? Sia quello dell'evasione indotta (soldi che lasciano il Paese), sia quello del maggior sforzo necessario a recuperarli questi soldi.

Comunque il povero "ricco" si trova con 1/3 dei soldi guadagnati. Netti, dirai. Invece no. Perché su ogni spesa grava l'IVA. Un altro 20%. Quindi ciò che davvero resta è circa il 28%. Non conto, per semplicità, balzelli "minori", come l'equo compenso applicato su cd e dvd (e forse in futuro pure sui cellulari), il canone rai, ecc.
Un fisco equo, non c'è che dire.
In tempi di crisi alle famiglie si chiede di stringere la cinghia (consumare di meno, mangiare di meno...), alle banche di concedere credito, di congelare il mutuo per un anno... ma lo Stato che fa? Perché non congela le tasse per un anno? Il fisco è indubbiamente la principale voce di spesa per qualsiasi famiglia e paradossalmente è l'unica su cui non si può stringere la cinghia. Lo Stato padrone dei nostri redditi pretende il suo balzello senza riduzioni e dilazioni di sorta. Anzi, si pensa sia meglio aumentare le tasse.
L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro.
Ora comincio a capire perché!

Unknown ha detto...

Il gioco delle percentuali è troppo banalizzato. Vale lo stesso discorso dell'uso che se ne fa con le statistiche e i sondaggi: sapendo il risultato che si vuole ottenere lo si raggiunge con semplice gioco di percentuali.
In tutti i tuoi calcoli non tieni in considerazione la base di partenza di applicazione. Non puoi non dirmi che le tariffe di partenza di una partita IVA non abbia un imponibile più alto di un dipendente proprio perchè tiene conto di quanto resterà al netto delle tasse. Infatti dovresti spiegarmi quale sia il vantaggio di molti che fanno il nostro mestiere che scelgono la partita IVA pur con le stesse mansioni di un dipendente e non avendo più clienti contemporaneamente nella maggior parte dei casi. Forse le spese per l'abbellimento della casa o l'acquisto dell'auto e della benzina detraibili? O di qualunque strumento ad uso familiare che si può dichiarare ad uso lavorativo?
Allo stesso tempo spiegami perchè tutti gli autonomi hanno festeggiato quando il Governo ha eliminato i controlli anti evasione introdotti dal Governo precedente.
Sono daccordo sul fatto che una Finanziaria come quella proposta presenti delle lacune e sia incompleta, ma quello che si voleva dare era un indirizzo di spesa su quelli che potrebbero essere i volani trainanti dell'economia.
Io preferisco uno Stato che mi dica in modo chiari quali sono le tasse che devo pagare, anche se aumentate, piuttosto che uno che mi prende in giro dicendo che abbassa le tasse o e elimina ma che in realtà le gira su altre voci o non fa alcuna politica di liberalizzazione e controllo delle tariffe. Vedi quello che sta accadendo in questo inizio 2010, praticamente aumenta tutto!
Ecco, questo è forse quello che manca nella proposta di Sbilanciamoci!.

Unknown ha detto...

Chiarisco: non è un attacco nei confronti degli autonomi e una difesa nei confronti dei dipendenti.
Quello che non mi va è che sembra siano solo gli autonomi i poveri tartassati. Non è così.

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