martedì 5 gennaio 2010

Un felice ritorno con il vuoto a rendere

In quelle zone d'Italia dove si è raggiunta l'eccellenza in fatto di gestioni rifiuti, adesso si mette in pratica il riuso per diminuire i rifiuti stessi.
Sto parlando del trevigiano dove tramite vari consorzi i comuni differenziano in media più dell'80% dei rifiuti. Pensando alla filiera del rifiuto nel suo complesso e non solo al suo smaltimento, si stanno facendo tentativi pratici di ritorno al passato: il vuoto a rendere.
Non molti anni fa il vuoto a rendere del vetro era una prassi comune, ma gli ultimi di consumismo sfrenato hanno fatto cambiare abitudini a cittadini e industrie producendo quantità enormi di rifiuti altamente riutilizzabili come i contenitori di vetro. Bottiglie prima di tutto.
L'organizzazione di questo tentativo è a carico del Comitato Vetro Indietro con la collaborazione di Italgrob (Federazione italiana grossisti e distributori di bevande), dall'Università Ca' Foscari di Venezia (Centro Interdipartimentale Ideas) e attuata da Savno. Sono coinvolti una trentina di esercizi del comparto Horeca (hotel, ristoranti e catering).
Il primo obiettivo raggiunto è stato quello di dimostrare l'abbattimento delle problematiche ambientali ed economiche legate allo smaltimento del vetro differenziato confrontate con il suo riuso. Ulteriore obiettivo sarà una proposta di legge che reintroduca la consuetudine e la relativa filiera del recupero degli imballaggi a rendere.
L'obiettivo può essere facilmente raggiunto con l'affiancamento di sistemi di cauzioni più moderni, ma soprattutto l'incentivo di sgravi fiscali su TARSU o TIA e dilazioni di pagamento dell'IVA.

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