giovedì 29 aprile 2010

Quelli che vengono sono i peggiori!

immigrati L'Associazione Naga da anni aiuta immigrati senza permesso di soggiorno nella zona di Milano: nel 2008 ha considerato la condizione dei 4.400 immigrati che hanno chiesto assistenza.
Gli immigrati al loro arrivo non conoscono la lingua e non si sanno orientare nel paese; una volta avuto il tempo di ambientarsi in Italia trovano facilmente occupazione: questo vale tanto per gli stranieri irregolari che regolari.
A parità di "voglia di lavorare” le occasioni di lavoro dovrebbero aumentare in relazione alla durata della loro permanenza. Ed è proprio quello che succede sul campione "Naga”: le percentuali di occupati per coloro che risiedono in Italia da meno di un anno è solo del 34%, ma dopo due anni arriva a circa il 65% fino ad arrivare al 76% dopo quattro anni.
I dati Naga segnalano che la quota di immigrati irregolari che lavorano è assolutamente uguale a quella della popolazione italiana. La media di occupati nella popolazione italiana tra i 15-65 anni è del 58,7% che sale in Lombardia al 66,7%: il campione Naga registra un tasso del 60% ma bisogna comunque tenere conto che un quarto del campione è in Italia da meno di un anno: al crescere della permanenza gli irregolari occupati arrivano a superare il dato riferito agli italiani.
Gli immigrati hanno spesso un titolo di studi superiore conseguito nel proprio Paese d'origine e sono comunque istruiti. La comunità di Sant'Egidio segnala che su circa 32.000 studenti che hanno frequentato la scuola di lingua italiana evidenzia che l'86% ha studiato nel loro paese di origine oltre 11 anni e il 37% è in possesso di un diploma di laurea.
La stessa realtà è evidenziata dal già richiamato rapporto Naga 2009 che riguarda solo immigrati senza documenti in regola: gli analfabeti sono il 4,2%, coloro che hanno un titolo di scuola media superiore sono il 42,8%, mentre i laureati sono il 10,2%.
Gli immigrati hanno spesso un'istruzione uguale o superiore alla media agli italiani.
Se consideriamo i dati della popolazione con cittadinanza italiana, le percentuali sono assolutamente paragonabili (se non addirittura peggiori). Interessante notare come un decimo degli irregolari considerati abbia una laurea contro il 12% della popolazione italiana.
La popolazione straniera, nella condizione di migrante, è più esposta della popolazione residente alle attività criminali. Ciò è un dato confermato in tutti i Paesi europei. Parlare, però, di un'equazione tra immigrazione e aumento della criminalità è errato e fuorviante. Nonostante la percezione vada nella direzione opposta, infatti, non si può affermare che i flussi migratori hanno aumentato i pericoli per la popolazione italiana.
È senz'altro vero che da quando l'immigrazione è divenuto un fenomeno allarmante, cioè dal 2001 al 2005 (anno in cui vi sono rilevazioni di Istat e Ministero dell'Interno), le denunce a carico di stranieri è aumentato del 45,9%, ma bisogna considerare che la popolazione straniera regolare è allo stesso tempo raddoppiata e che nel dato sulle denunce si tiene conto degli stranieri senza permesso di soggiorno. La quota di stranieri denunciati sul totale degli stranieri regolari in Italia si ferma al 2% circa. La tesi della corrispondenza tra consistenza numerica degli immigrati e reati da loro commessi è rigettata in una ricerca del 2008 della Banca d'Italia: il numero dei permessi di soggiorno nel periodo 1990-2003 si è quintuplicato, mentre la criminalità ha mostrato una lieve flessione.
Il rapporto della Banca d'Italia conclude che «in linea teorica non c'è stato un aumento diretto della criminalità in seguito alle ondate di immigrazione in nessuno dei reati presi in considerazione (reati contro la persona, contro il patrimonio e traffico di droga)».
Non vi è un parallelismo tra la presenza di stranieri e il numero dei reati commessi. Ad esempio, abbiamo visto che circa un terzo della popolazione straniera senza permesso di soggiorno ha provenienza asiatica; i dati del Ministero dell'Interno segnalano anche che gli arrestati e denunciati di queste etnie è ridotta.
Gli stessi dati del Viminale lo evidenziano che un'equivalenza fra criminalità ed irregolarità è semplicistica e non rappresentativa del fenomeno criminale.

Fonte articolo: «MANDIAMOLI A CASA», I LUOGHI COMUNI. Razzismo e pregiudizi: istruzioni per l'uso.
È un'iniziativa de La «banda» larga – www.ibandalarga.it

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