lunedì 20 settembre 2010

Le scuole devono pagarsi le visite fiscali

anno scolastico Si è entrati nel vivo del nuovo anno scolastico e nuovi problemi sono in arrivo per chi dovrà gestire i bilanci.
Nell'estate del 2008 il decreto legge n. 112, nell'ambito del contenimento della spesa per il pubblico impiego, impose misure restrittive per i dipendenti assenti, come l'obbligo di visita fiscale e l'ampliamento della fascia oraria di reperibilità.
Nelle scuole italiane iniziarono ad arrivare le fatture delle ASL senza che il Ministero mandasse alcun finanziamento di copertura. Quando le scuole, persa ogni speranza, stavano iniziando a pagare con la proprio cassa, un nuovo decreto legge, il n. 78 del 1° luglio 2009, aggiunse il comma 5-bis che stabiliva tutte le spese a carico delle Aziende Sanitarie Locali.
Adesso la Corte Costituzionale con sentenza n. 207 del 10 giugno 2010 ha stabilito che il comma 5-bis viola gli articoli 117 e 119 della Costituzione. Così le scuole che a suo tempo non hanno pagato le fatture delle ASL, adesso si trovano debiti per l'a.s. 2008/09, mentre già sta arrivando le fatture per le visite fiscali richieste nell'anno scolastico 2009/10 appena concluso.
In altri casi precedenti, come per il pagamento della tassa sui rifiuti, le scuole che non hanno pagato sono state premiate ricevendo i necessari finanziamenti dal Ministero, anche se con anni di ritardo. Chi invece ha pagato ha ridotto le proprie risorse senza alcun risarcimento. La politica del premiare i furbi, diventa abitudine anche tra realtà pubbliche.
In alcuni casi, il rischio è che ci sia da parte delle scuole il tentativo di utilizzare il contributo volontario dei genitori, oppure i fondi accantonati a disposizione del Ministero invece di destinarli alla didattica.
In questo modo, il rischio che il contributo volontario dei genitori diventi a tutti gli effetti una tassa d'iscrizione per la copertura delle spese amministrative è alto.

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