giovedì 6 gennaio 2011

L'integrazione arriverà per forza

L'albergo scelto per la vacanza in Trentino era a conduzione familiare, perchè crea l'ambientazione che più preferisco nelle vacanze: il contatto diretto con i locali.
Le giornate invernali in montagna durano poco, finite le ore di sole intorno alle 16, si tira fino alla cena in qualche modo. Shopping, oppure in albergo. I bimbi trovano ancora energie per rincorrersi o giocare con giochi da tavolo, i grandi si immergono in conversazioni del più e del meno.
La cortesia che ho trovato mi ha permesso di sviluppare qualche conversazione sulla situazione del posto, in particolare economica e lavorativa. Non solo nel nostro albergo, ma anche in giro per altri alberghi o ristoranti, quello che si nota subito è la numerosa presenza di lavoratori stranieri. Principalmente dell'est europeo. A cucinare i piatti tipici trentini si ritrovano perfino filippini, a servire ai tavoli cameriere polacche, a fare le pulizie donne rumene.
Il nonno di famiglia dell'albergo che mi ospita commenta dopo l'intervento di fine anno del Presidente Napolitano incentrato sui giovani: una volta tra i giovani c'era la corsa a cercare lavoro stagionale nelle strutture turistiche, oggi certi lavori i giovani non li vogliono più fare, per fortuna gli stranieri sono bravi lavoratori.
Sembra una di quelle frasi da convenevoli come "non ci sono più le mezze stagioni", ma non è così, è la realtà. Una realtà che nel resto d'Europa hanno sperimentato molto prima di noi e che solo se sapremo gestirla nel modo giusto non ci creerà problemi sociali ed economici.
L'integrazione multietnica, pur nel rispetto e nella continuità delle tradizioni locali, è qualcosa che non possiamo respingere, ma solo gestire al meglio.

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