giovedì 17 febbraio 2011

La Libia e l'Italia

Gli stravolgimenti politici che stanno investendo i paesi nord africani sembrano non avere sosta e con un effetto a catena o domino, sembrano non volere risparmiare nessuno. Qualcuno cerca di rimandare gli eventi con la repressione più o meno violenta, ma i tempi sembrano maturi perchè i cambiamenti non possano essere evitati.
Tra i Paesi non ancora toccati dagli stravolgimenti o che sta cercando di rimandarli con repressioni puntuali, c'è la Libia. Quella Libia del dittatore militare Gheddafi tanto amico del nostro Berlusconi.
Ma la Libia di Gheddafi non è legata all'Italia solo per le amicizie. Esistono importanti interessi economici che dovrebbero farci pensare a quali conseguenze possano derivare se l'onda d'urto nord africana dovesse investirli.
Recentemente la Libia ha fatto il il suo ingresso nel capitale di Finmeccanica tramite la Lybian Investment Authority, fondo di investimento pubblico libico, acquistando una partecipazione del 2,01%. Anche gli USA vedono con una certa apprensione questa operazione, visto che Finmeccanica, dopo l'acquisizione dell'americana Drs nel 2008, è uno dei principali fornitori della difesa americana.
Questo ingresso libico in Finmeccanica è solo la conseguenza finale di una serie di appalti vinti da parte di controllate Finmeccanica in Libia (es. Agusta, Ansaldo, Selex).
Finmeccanica è solo l'ultimo ingresso libico nell'economia italaina. La Libia è già il primo azionista di Unicredit, la maggiore delle banche italiane, ha una quota in Eni e il 7% della Juventus.

1 commenti:

Raffaele ha detto...

Se fossi in Gheddafi, non dormirei sonni tranquilli, anche se di tutti i dittatori mediorientali lui è quello che distribuisce maggiormente i proventi petroliferi a favore del popolo. Però il vento della libertà, quando inizia a soffiare è difficile da spegnere.
Ciao

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