La rivoluzione del PC a basso consumo
Intel e Google, in collaborazione con Dell, EDS, EPA, HP, IBM, Lenovo, Microsoft, PG&E, WWF ed altri ancora hanno lanciato la “Climate Savers Computing Iniziative”, una campagna per la protezione del clima che riunisce industria, consumatori e organizzazioni ambientaliste al fine di migliorare l'efficienza di computer e server.
Che lo crediate o no i PC sprecano quasi il 50% dell'energia che ricevono in ingresso. Questa energia inutilizzata incide inutilmente sulla spesa dell'alimentazione dell'apparecchio e aumenta, senza ragione, le emissioni di gas serra.
L'obiettivo che si sono prefissi i colossi dell'ITC è la riduzione di quel superfluo 50% di consumo il che equivale ad un taglio delle emissioni pari a 54 milioni di tonnellate all'anno. Per tradurlo in un linguaggio più comprensibile, sarebbe come eliminare dalla strada 11 milioni di automobili ogni anno!
Servono computer più efficienti, in grado di ridurre gli effetti ambientali causati dal consumo di energia elettrica e è ora che i progettisti realizzino schede madri ed alimentatori per PC a voltaggio variabile, invece dell'attuale standard di 12 volt.
Si tratterebbe di un primo importante passo verso la drastica riduzione dell'impatto dei PC sull'ambiente, un impatto enorme sul quale fino ad oggi lavorano un ristretto numero di imprese hi-tech tra cui VIA, il chipmaker taiwnaese che ha annunciato di recente una clamorosa iniziativa per la realizzazione di processori ad impatto zero.
In queste ore molti fanno i nomi di società come 80 Plus ed Ecos Consulting, che stanno da tempo battendosi per aumentare l'efficienza energetica dei computer, tuttavia i vari progettisti impegnati nella realizzazione di PC ad alta efficienza non sono ancora riusciti a trovare un'intesa per uno standard internazionale. In assenza di uno standard tutto è più difficile, i costi crescono e le soluzioni richiedono più tempo.
Rimane il fatto, come ha spiegato Chris Calwell, responsabile di Ecos Consulting, che i computer attualmente sul mercato siano decisamente poco efficienti. “È come se in tutte le automobili del globo”, ha detto Calwell, “ci fosse un motore da 400 cavalli, solo per il fatto che alcune vetture devono trainare grandi carichi una volta ogni tanto”. In base agli studi condotti da Google, una rivoluzione energetica nel settore dei computer legata a tecnologie già utilizzabili potrebbe far risparmiare circa 40 miliardi di kilowatt all'ora nel corso di appena tre anni. Con un filo di cinismo alcuni osservatori sostengono che una produzione hardware più attenta al consumo energetico costituirebbe prima di tutto un grosso vantaggio proprio per Google: l'azienda gestisce una enorme quantità di server, un numero in continua espansione, e macchine capaci di risparmiare anche solo qualcosa più delle attuali si tradurrebbero in un risparmio del tutto considerevole. Comunque sia il dato equivale ad un risparmio economico di circa 5 miliardi di dollari, riporta il New York Times, calcolando quanto accadrebbe con “appena” 100 milioni di computer desktop. Su scala globale è pressoché impossibile calcolare l'impatto ma di una cosa si dicono tutti sicuri: il Pianeta nel suo complesso ne trarrebbe un enorme beneficio.
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