giovedì 22 novembre 2007

Sondaggio nucleare

Gli italiani rimangono contrari al nucleare. È questo il risultato che emerge dal sondaggio commissionato dai Verdi a Ipr Marketing, su un campione di mille italiani disaggregati per sesso, età ed area di residenza, in modo da essere rappresentativi della popolazione adulta residente. La metodologia utilizzata è il panel sistema telematico tempo reale.
Secondo la ricerca il 56% degli intervistati è contrario a nuove centrali in Italia, percentuale che sale al 70% se la costruzione di una centrale è vicina al comune dell’intervistato. Il risultato arriva a venti anni di distanza dai 3 referendum sul nucleare.
Rispetto all’appartenenza politica degli intervistati, emerge che gli elettori di centrosinistra sono per i 2/3 contrari, così come l‘elettorato non apertamente schierato, mentre nel centrodestra si evidenzia una spaccatura tra favorevoli e contrari. La percentuale dei contrari sale sensibilmente nell’ipotesi della costruzione di una centrale nucleare vicino al proprio comune. In questo caso, i contrari sono al 74% tra gli elettori di centrosinistra, ma arrivano al 62% anche nell’elettorato di centrodestra.
"È la conferma che i cittadini italiani rimangono largamente contrari al nucleare – ha detto Roberto Della Seta, presidente di Legambiente -. Questo orientamento riguarda tanto l’elettorato di centrosinistra che di centrodestra - continua Della Seta -, e viene dimostrato che l’opinione pubblica è più avanti di molti politici che invece di preoccuparsi di aprire le basi per le energie del futuro, come il solare, l’eolico, o per l’efficienza energetica o per la ricerca sull’idrogeno, le sole vie capaci di fermare i mutamenti climatici si attardano in sterili polemiche. Insomma, l’Italia rifiuta il nucleare nonostante ci sia un battage pubblicitario che propone l’atomo come la panacea di tutti i mali".
"Gli italiani sono nettamente contrari al nucleare - ha commentato Pecoraro Scanio -. I dati del sondaggio Ipr sono chiarissimi e dimostrano che a vent’anni di distanza dal referendum gli italiani non vogliono l’energia atomica e tra gli elettori di centrosinistra la percentuale dei contrari è ancora più alta. Il fortissimo pressing politico e mediatico delle lobby dell’atomo - prosegue Pecoraro Scanio -, soprattutto negli ultimi mesi, non ha modificato la volontà popolare, dimostrando ancora una volta che i cittadini si aspettano politiche energetiche innovative e non il ritorno al nucleare, costoso e pericoloso".
"I risultati del sondaggio dell’Ipr su commissione dei Verdi mostrano che in Italia a 20 anni dal referendum c’è un orientamento nettamente contrario al nucleare, anche se meno marcato di quello registrato nel 1987. – si legge in una nota stampa di Greenpeace -. Quest’orientamento antinucleare diviene più chiaro quando si chiede chi è disposto a vivere vicino a un impianto nucleare, con il 70% di No". La campagna filonucleare in atto, sottolinea Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, "punta soprattutto su supposti vantaggi economici del nucleare. Chiediamo a questi signori come mai dopo 60 anni di sviluppo di questa tecnologia, gli Usa hanno dovuto introdurre forti incentivi economici, visto che nessun imprenditore privato investe in nuovi reattori da 30 anni".

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