lunedì 17 dicembre 2007

Impronta insostenibile

Negli ultimi 30 anni le economie con tassi sempre in crescita dell'Unione Europea hanno raddoppiato la propria pressione sugli ecosistemi. Secondo il rapporto del WWF (http://assets.panda.org/downloads/europe_2007_gdp_and_ef.pdf), Europa 2007 – Prodotto Interno Lordo e Impronta Ecologica, la pressione sull'ambiente, nonostante gli avanzamenti tecnologici in questo campo, cresce ad un tasso superiore rispetto alla crescita della popolazione, creando così un deficit di risorse naturali per il resto del mondo e per le future generazioni.
“Solo una generazione fa, la maggior parte dell'Europa consumava meno risorse di quante la natura ne rigenerasse” commenta Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, “Oggi invece l'Europa vive al di sopra dei propri limiti. Se tutti i cittadini del mondo vivessero come un europeo, avremmo bisogno di 2,6 pianeti per avere sufficienti risorse per tutti e poter smaltire i rifiuti prodotti.”
Nell'Unione Europea solo Finlandia, Svezia e Lettonia si trovano ancora in uno stato di credito ecologico, avendo ancora a disposizione grandi riserve ecologiche che sono però sottoposte ad una crescente pressione. Ma la pressione umana sull'ambiente in questi paesi è cresciuta del 70% dal 1975 e oggi è più forte che in ogni altro paese membro.
Nonostante Germania, Bulgaria e Lettonia abbiano cercato di ridurre la propria impronta ecologica negli ultimi 30 anni, questa continua ad essere 2 volte e mezzo superiore a quello che consentono le loro risorse naturali.
“Gli indicatori economici sono fondamentali - sostiene Emeka Anyaoku, presidente del WWF Internazionale -, ma senza una contabilità ecologica non consentono di misurare il deficit ecologico prodotto dalla nostra crescita economica. E' come se spendessimo i nostri soldi senza capire che in realtà stiamo liquidando il capitale naturale del pianeta.”
E’ evidente che l’impronta ecologica, nota il Wwf, registra i dati di utilizzo delle risorse e non fornisce giudizi sulle forme di struttura economico-sociale che i diversi paesi si danno ma è altrettanto chiaro che percorsi moderni e concreti di sviluppo sostenibile, fatti di innovazione tecnologica mirati a ridurre gli impatti dei processi e dei prodotti, di politiche di efficienza, risparmio ed intelligente riduzione dei flussi di materia ed energia dei nostri metabolismi sociali conducono alla riduzione della nostra pressione sull’ambiente.

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