Il pinguino verde
Si è parlato più volte del forte impatto ambientale di computer, cellulari e simili in tutto il loro ciclo di vita: dall’impiego delle risorse, alla produzione, alla fase dell’utilizzo fino alla dismissione. Questo dato, unito alle previsioni di ulteriore crescita delle vendite nel prossimo futuro, rende sempre più urgente sia l’applicazione di regole più stringenti sia la necessità di un vero e proprio ripensamento sulle politiche di produzione.
Buone notizie arrivano sia dall’Europa (dove all’inizio dell’anno è entrata in vigore la normativa RAEE sui rifiuti elettronici) che dagli USA.
L’agenzia statunitense di controllo ambientale (EPA) ha promosso un programma di certificazione ambientale (EPEAT – Electronic Product Environmental Assessment Tool) che stabilisce dei criteri per la produzione di apparecchi elettrici ed elettronici e fornisce tre livelli di certificazione, a seconda dell’aderenza o meno dei prodotti agli standard richiesti. In particolare, gli apparecchi certificati devono contenere quantità ridotte di elementi tossici (come mercurio e cadmio), consumare meno energia e essere facilmente aggiornabili e riciclabili.
Da una ricerca finanziata dal governo inglese (Open Source Software Trials in Government), sembra intanto emergere che almeno due di questi parametri possono essere facilmente raggiunti semplicemente operando sulla scelta dei software: mettendo a confronto i sistemi operativi Microsoft e Linux, l’Ufficio governativo per il commercio (OCG) ha rilevato come il secondo «richieda minori risorse di memoria e un processore più lento per le medesime funzionalità», e necessiti di aggiornamenti meno frequenti che comunque non richiedono nuove macchine per funzionare a regime. In soldoni, vuol dire che usando un sistema operativo open source si consuma meno energia e la vita del computer è più lunga (sei-otto anni invece di tre-quattro).
Intanto, anche la ricerca va avanti. Anzi, va indietro: le proposte più rivoluzionarie nel campo del green computing ricordano infatti i primi passi dell’era informatica, quando invece dei personal computer c’erano dei terminali collegati ad un grande elaboratore centrale. Le nuove macchine si chiamano Zonbu e Linutop ed entrambe non prevedono il disco fisso, sostituito da una memoria flash esterna (nel primo, incrementata da uno stoccaggio dati via internet). A bassissimo consumo e impatto ambientale minimo, vengono presentati come i pc del futuro.
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