martedì 1 aprile 2008

Biodiesel, dietrofront europeo

Il commissario europeo all’Ambiente ammette che l’Unione Europea ha sottovalutato l’impatto ambientale dei biocombustibili. Tra gli effetti, l’innalzamento dei prezzi delle risorse alimentari e l’accelerazione della deforestazione in diverse aree del pianeta.
Come è emerso in occasione del recente vertice sul clima di Bali, la deforestazione incide per quasi il 20 per cento sulle concentrazioni di gas serra in atmosfera, mentre la crescente febbre dei carburanti di origine vegetale ha causato in alcune zone del pianeta un aumento dei prezzi delle risorse alimentari che ha spinto la FAO a chiedere un accordo internazionale per garantire l’accesso al cibo per le fasce sociali meno abbienti.
Il commissario Stavros Dimas ora sembra dare ragione a quanti, da due anni a questa parte, sollevano l’allarme sulle conseguenze sociali e ambientali del via libera ai carburanti di origine vegetale. «Ci siamo resi conto che i problemi ambientali e quelli sociali sono maggiori di quanto ci aspettassimo. Ora ci tocca agire con molta cautela», ha detto alla BBC. Per non dover rinunciare alle potenzialità positive rappresentate dai biocarburanti, occorre inserire criteri di sostenibilità. Servirebbe quindi una certificazione che impedisca, per esempio, di accogliere in Europa il biodiesel ottenuto con la deforestazione dell’Indonesia.
Intanto, l’accademia delle scienze britannica annuncia un’analisi aggiornata sui biocarburanti dedicata in particolare all’impatto climatico dei processi di produzione.
Gli Stati Uniti per ora non sembrano toccati dall’allarme. Al contrario, hanno da poco approvato una legge sull’energia che offre sussidi ai combustibili ottenuti dall’agricoltura. Una mossa che, secondo gli esperti, è destinata ad aumentare le emissioni di gas serra da parte della nazione più inquinante del mondo.

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