lunedì 19 maggio 2008

Plastica riciclata al posto del cemento

Mentre in Italia si pensa a stornare i soldi destinati alla ricerca per tenere a galla Alitalia, in piccoli (e grandi) paesi dell’UE si va in tutt’altra direzione. Il riciclaggio esiste da molto tempo, ma è stato appena negli anni Settanta del secolo scorso che sono comparsi i centri di raccolta e riciclaggio e soltanto alla fine degli anni Ottanta è iniziata la raccolta porta a porta.
Un gruppo proveniente da aziende ed istituti di Spagna (Hormigones Uniland) , Lettonia (Partneris L.V., University Of Latvia/Institute Of Polymer Mechanics) e Lituania (Virginijus Ir Ko, J.S.C., Institute Of Thermal Insulation Of Vilnius Gediminas Technical University) è pronto a lanciare una soluzione ecologica per la gestione dei rifiuti plastici destinata al mercato europeo il “Quality Building Materials From Polymer Waste”. Si tratta di Sandplast, un programma finanziato dall’Europe-wide Network for Industrial R&D, (Eureka), che ha sviluppato una tecnologia per la produzione di materiali da costruzione in calcestruzzo che utilizza polimeri presi dai rifiuti e filler inerti.
Si tratta di un sistema per riutilizzare quel 25% di materiali come bottiglie di plastica, contenitori e vasetti dello yogurt, che sono inadatti al riciclaggio perché contengono miscele di diversi tipi di polimeri; non sono redditizi dal punto di vista economico; sono troppo sporchi. I ricercatori lettoni e la Hormigones Uniland, un´industria del cemento spagnola, hanno trovato una soluzione: sono riusciti a trasformare i polimeri termoplastici dei rifiuti in una sostanza legante che può essere miscelata con altri materiali, come la sabbia, per formare mattoni polimerici simili al calcestruzzo ma privi di questo materiale.
«I mattoni polimerici hanno l´aspetto di normali mattoni fatti di calcestruzzo – spiega al bollettino di informazione scientifica dell’UE Cordis Juris Balodis, project manager al Centro tecnologico lettone - Tuttavia, il materiale polimerico assorbe meno acqua, quindi è ottimo per resistere alle variazioni della temperatura come ad esempio il gelo». Un prodotto molto interessante, che potrebbe essere utilizzato per una serie di applicazioni, compresi gli arredi urbani e i cordoli dei marciapiedi. La produzione è per ora ancora lenta, tre mattoni al minuto, ma si pensa di arrivare presto a 30 - 60 mattoni al minuto. I mattoni innovativi saranno meno costosi rispetto ai mattoni tradizionali ed avranno una buona ricaduta sull´ambiente, trasformando i polimeri inutilizzabili presenti nei rifiuti in materiale economicamente vantaggioso.
La tecnologia è già stata applicata in Lettonia per produrre mattoni polimerici per pavimentazioni e in Lituania per una forma di calcestruzzo molto leggero. Secondo le aziende e le università che stanno lavorando al progetto «i principali clienti sarebbero le aziende che si occupano di smaltimento dei rifiuti e aziende che producono grandi quantità di rifiuti contenenti polimeri».
Al progetto la Lettonia contribuisce al 47%, la Lituania per il 20% e la Spagna per il 33% ed i tre Paesi sono convinti del potenziale commerciale della tecnica che ha contribuito a sviluppare nel progetto, tanto che il ricercatore Valdis Leitlands ha poi lanciato Partneris L.V., un´azienda spin-off per sviluppare nuovi prodotti per l´edilizia a partire dai polimeri presenti nei rifiuti, e insieme a Hormigones Uniland, che produce due milioni di metri cubi di calcestruzzo miscelato all’anno, ed a partner lituani, sta attuando i test dei prodotti sviluppati e identificando i mercati. «Visto che la Lettonia è un Paese piccolo – spiega Balodis - è importante per noi esplorare mercati all´estero. Il partner spagnolo conosce bene i mercati».

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