Esempio di progetto IT italiano
Grande è la confusione sotto il cielo in Intesa Sanpaolo, ma la situazione non è per nulla eccellente. Nel primo gruppo bancario italiano che, al 31 marzo, contava 6.566 filiali e 11,5 milioni di clienti sparsi in tutta Italia, la migrazione informatica terminata sabato 12 luglio, è proceduta con grandi difficoltà – come è avvenuto anche in altri gruppi bancari, del resto –. «Plus24», il settimanale di finanza e risparmio del «Sole 24 Ore», ne aveva dato notizia il 14 giugno: dal 7 giugno l'adozione del nuovo sistema informatico ha riguardato le filiali ex Intesa di Toscana, Sardegna, Umbria, Bergamo, Brescia e Milano città.
Sin da prima della quarta fase della migrazione (che ha riguardato circa 400 sportelli ex Intesa e un potenziale di 1,2-1,4 milioni di conti correnti), problemi erano stati segnalati dai sindacati della provincia di Milano («Se ritengono che l'operazione sia riuscita, sappiano che il paziente è quasi morto»), da Torino e Genova. Il catalogo dei disservizi, che hanno coinvolto decine e decine di migliaia di clienti i cui conti sono finiti "in ostaggio" dei sistemi informatici imbizzarriti, viene fornito proprio dal volantino del 20 maggio delle Rsa del Milanese.
«A puro titolo esemplificativo citiamo alcuni esempi di disservizi: bonifici e stipendi, disguidati e lavorati con notevole ritardo (c'è il problema che stanno passando in addebito automatico anche le penali), che stanno portando a una vera e propria sollevazione di clienti, e dei loro dipendenti, che aggravano la situazione con richieste di ricerche urgenti; bonifici in arrivo finiti su non si sa quali partite; titoli e/o polizze scaduti il cui netto ricavo è finito non si sa dove; l'anagrafica non corretta (es. indirizzo indicato come casella postale, la mancanza di Partita Iva ecc..) di migliaia di clienti nella migrazione ha prodotto evidenze da sistemare che sono bloccanti a livello operativo (es. dai c/c non possono né partire né entrare bonifici) ovviamente la sistemazione deve essere fatta in filiale; l'internet banking dei clienti che non visualizza le posizione dei fondi perché le rubriche fondi non sono collegate ai c/c, ciò ha causato il panico con conseguente assalto agli sportelli per le doverose spiegazioni: la sistemazione necessita del reinserimento di tutti i dati in procedura (per capirci nelle filiali più grosse si tratta di migliaia di posizioni). Come ciliegina sulla torta possiamo parlare dei colleghi non sanno nemmeno se possono vendere i prodotti di cui, fino alla settimana prima erano certi: mutui liquidità, c/c personal, libretto risparmio "Baby orizzonti", in quanto sono spariti, non è stata fatta abbastanza pubblicità al fatto che il catalogo dei prodotti sarebbe passato da 340 a 130 per le filiali retail e da 400 a 160 per le filiali imprese».
Come dichiarato dall'istituto a «Plus24» del 14 giugno, "i disagi sono completamente rientrati". Ma i sindacati la pensano in maniera diversa: a leggere i comunicati sindacali, da allora i disagi, anziché rientrare, sembrano essersi estesi. Lo testimoniano volantini e documenti varati nei giorni scorsi dai sindacati di Intesa Sanpaolo e provenienti da ogni parte d'Italia.
L'avvertimento però pare essere caduto nel vuoto. Gli stessi sindacati di Firenze il 13 giugno hanno inviato una lettera alla Direzione territoriale segnalando «criticità e lacune emerse» «per la ricerca di indispensabili soluzioni che servano a migliorare le condizioni in cui si sta lavorando che sono in molti casi quanto mai difficili». Ancora il 3 luglio hanno scritto che «le misure prese per affrontare il problema migrazione sono state insufficienti e mirate sempre a un controllo esasperato dei costi, per cui si è lesinato sugli affiancamenti, quasi completamente inesistenti proprio nel periodo più "caldo", si è accelerato sull'attuazione, ponendola sciaguratamente a ridosso del periodo di ferie, e soprattutto si è voluto mettere inopinatamente in campo un ulteriore risparmio di personale che non ha avuto altro effetto che peggiorare ancora di più situazioni già critiche».
Sono seguite altre note critiche provenienti dalle aree di Bergamo-Brescia, dagli organi di coordinamento del Banco di Napoli e di Caserta, dalla Fabi di Como.
Intanto l'epopea della migrazione informatica si è conclusa sabato 12 luglio. Ma molti clienti conservano ancora il ricordo dei disagi e in qualche filiale ex Intesa i dipendenti avvertono i clienti che ci vorrà ancora qualche settimana perché la situazione si normalizzi.Esempio di progetto IT italiano.
Fonte: Il Sole24Ore
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