lunedì 14 luglio 2008

Italia in svendita

In Italia prosegue senza sosta la privatizzazione di tutto ciò che è pubblico. Si continua a smantellare senza pietà il patrimonio comune degli italiani. Nel silenzio di tutti. Tutto questo grazie al Dl 25/6/2008, n. 112.
Mentre in Sicilia si decide di vendere (regalare) all’incanto il possesso e l'uso dei più preziosi beni culturali, a Roma il governo, eletto dal 47% degli italiani ma che governa per tutti, avvia un ulteriore passo per imporre la privatizzazione dei beni comuni anche a chi non lo voglia. Ha ridotto i finanziamenti ai comuni? Ha ridotto ancora la possibilità di far funzionare asili nido e giardini, assistenza sociale e servizi alle residenze? Ha inciso anche così sui salari reali? Ha spinto i sindaci più sciocchi (e ce ne sono tanti!) ad aumentare lo spreco di territorio autorizzando espansioni ingiustificate per incassare gli oneri di urbanizzazione? Ebbene, permettiamo loro di allungare la loro agonia tagliandosi qualche altro pezzo di patrimonio pubblico.
Il decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, articolo 58, introduce (l’obbligo? la facoltà?) della formazione del Piano delle Alienazioni Immobiliari. Questo deve contenere l’elenco dei “singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione”. L’inserimento dei beni nell’elenco ne determina la trasformazione in merci: “ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile”, e per di più, “ne dispone espressamente la destinazione urbanistica; la deliberazione del consiglio comunale di approvazione del Piano delle Alienazioni costituisce variante allo strumento urbanistico generale”. Davvero incredibile. E naturalmente tale variante sfugge a qualsiasi controllo di merito: essa “non necessita di verifiche di conformità agli eventuali atti di pianificazione sovraordinata di competenza delle Province e delle Regioni”.
Tragedia nella tragedia: nessuno ha reso pubblico questo ignobile provvedimento, benché dal 25 giugno scorso fosse noto a tutti (e quindi, si suppone, anche ai parlamentari d’opposizione, anche all’efficientissimo Governo Ombra del PD. Il potere degli Alienanti è diventato davvero egemonico, il loro governo un regime.

Fonte: Eddyburg.it

2 commenti:

Massi ha detto...

Sono andato a leggere l'articolo in dettaglio.

Ci sono un paio di punti che la tua fonte non cita:

5.Contro l’iscrizione del bene negli elenchi di cui ai commi1 e 2,è ammesso ricorso amministrativo entro sessantagiorni dalla pubblicazione,
fermi gli altri rimedi di legge.

7. I soggetti di cui all’articolo 1 possono in ogni caso individuare forme di valorizzazione alternative,nel rispetto dei principi di salvaguardia dell’interesse pubblico e mediante l’utilizzo di strumenti competitivi.

8.Gli enti proprietari degli immobili inseriti
negli elenchi di cui al presente articolo possono conferire i propri beni immobili
anche residenziali a fondi comuni di investimento
immobiliare ovvero promuoverne
la costituzione ...

Detto ciò mi sembra che lo strumento sia potente, ma che ci siano comunque le armi per gli enti di costruire una propria strategia di mantenimento.

Non trovo tutto questo scandalo nella cosa ... però si sa forse ho una visione troppo ristretta.

Unknown ha detto...

Il problema è che con le casse al verde i comuni non sono incentivati a mantenere il proprio patrimonio immobiliare perdendo ulteriormente in solidità economica.

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