Amazzonia da dimenticare
Lo scorso agosto, l’Amazzonia ha perso 756 chilometri quadrati di foresta. La denuncia arriva dall’INPE, l’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale brasiliano, che ha raccolto i dati attraverso un sistema in grado di monitorare la deforestazione in tempo reale.
Lo scorso anno, invece, nello stesso periodo, sono andati distrutti 230 chilometri quadrati. Le zone più colpite sono state Pará, con 435 chilometri quadrati e Mato Grosso con 229 chilometri.
L’associazione ambientalista Greenpeace, che aveva già lanciato l’allarme mesi fa, sostiene che la causa sia dovuta alla mancanza di controlli. A testimoniarlo una trasmissione, realizzata dalla stessa associazione, che mostra le immagini in diretta degli incendi.
Il ministro dell’Ambiente brasiliano, Carlos Mincer, ha presentato recentemente una lista dei 100 peggiori “deforestatori” e il primo, paradossalmente, è l’INCRA (Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria), organo del ministero dell’Economia del Brasile, denunciato da Greenpeace per aver concesso aree di foresta attraverso autorizzazioni false. Non è da sottovalutare l’aumento dei prezzi degli alimenti che spinge allevatori e contadini a utilizzare più superficie per il pascolo e la coltivazione, in particolare della soia.
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