martedì 2 dicembre 2008

Sconosciuti antibiotici

Antibiotico, la cura per tutto, la panacea di tutti i mali: è la convinzione, erronea, degli italiani (e non solo), che lo usano per curare infezioni batteriche, ma anche virali (contro i quali è del tutto inefficace), come raffreddori, influenze, per accelerare la guarigione o addirittura per prevenire un aggravamento dei sintomi. Un milione e mezzo di italiani assume antibiotici ogni giorno, spesso con la leggerezza con cui si prende un'aspirina. Il 57% degli italiani ha assunto antibiotici durante l'ultimo anno ma quasi metà, il 44%, lo ha fatto senza prescrizione medica. Con la conseguenza, non di poco conto, che nel frattempo i batteri sviluppano ceppi antibiotico-resistenti, rendendo inefficaci gli antibiotici stessi. Tanto che alcuni ceppi, non ultimo il micobatterio della tubercolosi, resistono alla quasi totalità dei 100 principi attivi antibiotici esistenti, e si comincia a temere che a breve non sarà più possibile curare in modo efficace queste patologie.
L'incremento medio del consumo negli ultimi sette anni è stato del 18 per cento. Del milione e mezzo di persone che ogni giorno assume un antibiotico, in maggioranza lo utilizzano per bronchiti, faringiti, tonsilliti e influenza. Tutte affezioni a prevalente causa virale, nelle quali la terapia a base antibiotica è inutile nella migliore delle ipotesi, nociva nella peggiore.
L'abuso di antibiotici "è un'emergenza per la sanità pubblica, i dati del consumo sono preoccupanti - ha ribadito il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio - in questo modo i batteri diventano resistenti agli antibiotici. Sta diventando tipico che con l'influenza la mamma dà un antibiotico al figlio. E invece è proprio questo uno degli errori con le conseguenze più nefaste, anche quando questi farmaci vengono assunti "a proposito". L'antibiotico, infatti, deve essere utilizzato fino a quando non è riuscito a sterminare i batteri che combatte: se lascia dei "sopravvissuti" sul terreno, questi sviluppano resistenza al farmaco.
Ovviamente, questi superbatteri si moltiplicano dentro e poi fuori dell'organismo infetto, e il fenomeno assume proporzioni globali. E proprio qui sta la differenza tra un uso appropriato, sotto controllo medico, e uno indiscriminato: il medico riconosce il momento in cui l'infezione batterica è stata debellata, e si può quindi interrompere la somministrazione dei farmaci. "Il fenomeno dell'antibioticoresistenza - ha confermato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci - ha raggiunto una dimensione tale da allarmare l'Unione Europea.
Ingente, oltretutto, la spesa annua: 1 miliardo 253 milioni di euro, di cui il 90,8 per cento a carico del Servizio sanitario nazionale, e il 9,2 relativo all'acquisto fatto direttamente dai cittadini in farmacia.

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