Messa in sicurezza delle scuole
Il cedimento di un soffitto pesante, del peso di 150 chilogrammi al metro quadrato nella scuola di Rivoli ha travolto 17 studenti. Una vittima, Vito Scafidi. Sono in corso le indagini della magistratura. In aula alla Camera si è svolta l'informativa del Governo sul crollo della scuola di Rivoli. A riferire il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso, in assenza del Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che è in missione all'estero.
All'istituto Darwin di Rivoli, ha spiegato Bertolaso, non c'é stato un cedimento strutturale. Dai primi elementi quanto accaduto «sembra che sia stato causato dal cedimento di un controssoffito pesante di circa 150 kg per metro quadro ancorato al solaio della struttura e alla tubazione metallica appeso al solaio di copertura». Bertolaso ha ribadito che «va terminata la vergogna della proroga della legge 626 nelle scuole. «Lo dobbiamo - ha detto Bertolaso - ai bimbi di San Giuliano di Puglia, a Vito. Non perdiamo un'occasione importante».
L'applicazione della normativa 626/94 sulla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro è sempre stata prorogata negli ultimi anni con decreti legge di fine anno. «La motivazione alle proroghe è sempre stata dettata da gravi carenze economiche e su queste proroghe - ha accusato Bertolaso - c'è sempre stata l'unanimità delle strutture centrali e degli enti locali interessati». Con il paradosso assurdo che «la legge madre sulla sicurezza nei luoghi di lavoro si applica quindi in tutte le realtà istituzionali del paese, fatta salva la scuola: è una condizione assolutamente inaccettabile».
Bertolaso ha specificato (smentendo il Presidente Berlusconi) che «ciò che è avvenuto nel liceo Darwin di Rivoli non è una situazione episodica nelle scuole italiane d'epoca». Le scuole, ha proseguito il capo della Protezione Civile, «andrebbero sistematicamente sottoposte a manutenzione straordinaria ed è evidente che questi interventi siano ancora più urgenti nelle zone a rischio sismico».
La messa in sicurezza delle scuole già esistenti nelle zone a rischio richiede fondi non indifferenti. «Se si volesse intervenire in tutti i 57mila istituti del paese, soprattutto nelle zone sismiche, servirebbero circa 13 miliardi di euro per la messa a norma, una somma difficilmente sostenibile». Tuttavia, per gli interventi più urgenti il fabbisogno sarebbe di 4 miliardi di euro. Gli interventi nelle prime 100 scuole che hanno maggiore bisogno di intervento costeranno 75 milioni di euro: previste modalità di utilizzo più veloci. Le Regioni devono preparare un piano degli interventi più urgenti e necessari.
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