CAI è partita
E' partita la nuova compagnia aerea CAI. Ma una compagnia aerea, per stare in aria, ha bisogno di molte cose: un management competente, dipendenti orgogliosi di esserci, uno Stato e una classe politica affidabili. In CAI difettano tutte e tre le condizioni.
La crisi globale sta colpendo tutto il trasporto aereo. Tra qualche mese i piccoli imprenditori della cordata chiederanno in ginocchio a Colanninno di «lasciarli andar via». Tanto i loro guadagni se li attendono da Expò 2015 o dalle concessioni statali. Nel frattempo hanno distrutto la credibilità di alcuni sindacati. Per riuscirci non hanno guardato per il sottile. Sono state fatte leggi ad hoc, favoriti imprenditori amici (questa operazione è un salvataggio di AirOne, non dell'Alitalia), ignorati persino gli alleati di governo (Lega Nord, Moratti e Formigoni).
Berlusconi voleva vincere in un esperimento di nuove contrattazioni industriali. Voleva creare un precedente che potesse fare da format per la revisione del "modello contrattuale" e per tutte le grandi vertenze, da ora in poi. Ha potuto contare su una stampa peggiore di una di "regime". Solo sul quotidiano di Confindustria sono venute fuori analisi critiche e perplessità ben documentate. Lo hanno assecondato sindacati "complici" come Cisl, Uil e Ugl.
Il prezzo dell'operazione è spaventoso. Non tanto, come ripetono tutti, per i 4 miliardi di debiti scaricati sui conti pubblici. E non solo per l'imbarbarimento delle relazioni industriali, che preannuncia anni durissimi per tutto il lavoro dipendente. E' immenso il costo in termini di capacità industriali bruciate allegramente, di competenze professionali che avevano fatto di Alitalia una compagnia di riferimento globale (settima nel mondo, a un certo punto). Un patrimonio costuito in 50 anni di attività e programmazione, distrutto in 10 anni di consapevole demolizione.
Se ce n'era ancora bisogno, Berlusconi conferma d'essere un impresario, non un imprenditore. Come nel caso della Standa, quando mette le mani su un'azienda "fisica" è capace solo di distruggerla.
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