giovedì 22 gennaio 2009

No al piumino d'oca

Il documento "La produzione di piume e piumini" a cura della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura è stato tradotto dalla rete animalista AgireOra.
Il documento contiene informazioni tecniche il cui obiettivo non è certamente boicottare il settore dei piumini d’oca, ma per quanto mi riguarda ci riescono benissimo. Perché la realtà parla da sola e dimostra un netto intreccio fra il settore dei piumini e quello del fegato d’oca. Contro il grande freddo sono meglio le vecchie imbottiture di cotone pressato, o il pile (possibilmente fatto di plastica riciclata).
Per chi ha voglia di leggere, ecco degli estratti del documento: “Il prodotto più pregiato è il piumino, che si ottiene dall’area del petto delle oche; poi la piuma. La maggior parte dei prodotti commerciali contengono entrambi i tipi; maggiore è la percentuale di piumino, maggiore è il valore.[...] La raccolta di piume da oche vive può essere un’importante fonte di guadagno da quelle oche che sono allevate per la carne, il foie-gras (patè di fegato d'oca) e per quelle da riproduzione. La raccolta di piume e piumini da oche vive è possibile in coincidenza con la muta naturale cioè circa ogni 6 settimane. Ogni oca al primo spiumaggio (8-10 settimane di età) rende circa 80g di prodotto, mentre ai successivi cicli la resa è di 100-120g e la percentuale di piumino è intorno al 15-20% in peso.[...] Le oche di allevamento possono essere spiumate manualmente durante il periodo non di cova, quindi 3 o 4 spiumaggi per stagione, senza che, come dimostra un recente studio polacco, ci siano effetti dannosi nella susseguente produzione di uova o nella fertilità.[...] Il commercio internazionale di piume e piumini è stato, nel 1994, di circa 76.000 tonnellate per un valore di 650 milioni di dollari; questi dati si riferiscono a tutte le tipologie di piume dove quelle di oca rappresentano il 30-40% del totale.[...] La domanda dei mercati internazionali è concentrata principalmente in 6 nazioni (tra cui l´Italia) mentre la produzione è principalmente localizzata in Europa (Francia, Polonia e Ungheria), Asia e Nord America.[...]
Nella maggior parte del mondo non ci sono strutture di macellazione con l´equipaggiamento adatto per la lavorazione delle oche.[...] Per l’uccisione di piccoli numeri di oche il metodo è quello di appendere l’oca e infilarla in un imbuto a testa in giù in modo che sporga la testa. La parte inferiore del collo è rivolta verso l’operatore che tronca la giugulare con un´incisione sul lato sinistro, senza tagliare la testa. L’imbuto impedisce lo sbattere delle ali e permette al sangue di fluire liberamente.[...] Negli impianti meccanizzati si procede con lo stordimento elettrico. Gli animali sono appesi a testa in giù lungo una linea di macellazione orizzontale e ricevono una scossa elettrica quando la loro testa viene immersa in una soluzione elettrolitica. In alternativa è possibile utilizzare un coltello con una lama di non più di 1 cm di lunghezza, affilata su entrambi i lati e con questo penetrare il cervello attraverso l´estremità della scanalatura del becco nella parte posteriore della bocca prima del taglio della giugulare.[...] Completato il dissanguamento le oche possono essere spiumate manualmente o immerse in acqua a 60-68 gradi per 1-3 minuti per allentare le piume.[...] La scottatura deve essere limitata all’essenziale giusto per rendere agevole lo spiumaggio.

Il dossier della FAO

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Peccato ci siano filmati di oche spennate vive e nessun accenno da parte vostra al problema. Col cazzo userò ancora prodotti contenenti piuma d'oca e se per gli allevatori vuol dire fame e misera ne sono personalmente contento.

Unknown ha detto...

Io non compro nulla che contenga piume d'oca già da diversi anni.
Ho riportato questi estratti del dossier proprio per far capire quanto l'uomo possa diventare crudele per fabbisogni che possono essere soddisfatti con modalità alternative.

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