Il biologico cambia etichetta
Con il nuovo anno entra in vigore il Regolamento CE 834/07 che sostituisce del tutto il precedente (CEE 2092/91), che per tanti anni ha dettato le regole nel settore del biologico e che ora vengono meglio definite, anche dal punto di vista ambientale.
Anche se la normativa continua a riferirsi alla tecnica produttiva, all’agricoltura quindi, in etichetta è adesso possibile utilizzare il termine “biologico” direttamente per il prodotto. In altre parole, se prima il riso o il latte provenivano “da agricoltura biologica”, da oggi si può scrivere senza timore “riso biologico”, “latte biologico”: più semplice e chiaro, sicuramente.
La definizione però può essere messa accanto al nome solo per quei prodotti che siano biologici almeno al 95% delle componenti di origine agricola.
Nasce una nuova categoria di cibi bio: quelli in cui gli ingredienti principali derivino dalla pesca o dalla caccia. L’esempio più evidente è il tonno in scatola che non può essere bio, perché è pescato e non allevato, ma se conservato in olio extravergine biologico adesso lo si può segnalare, indicandolo accanto al nome del prodotto (“Tonno – in olio extravergine d’oliva biologico”). Per quanto mi riguarda non comprerò mai carne o pesce neppure se mi dicessero che si sono suicidati dopo avere sempre mangiato in praterie biologiche.
Non ci saranno più dubbi sull’origine del miglio o dei semi di girasole: da adesso è obbligatorio indicare chiaramente la provenienza o meno da un Paese dell’Unione Europea delle materie prime che costituiscono il prodotto. Si può evitare l’indicazione “non UE” solo quando l’ingrediente ha un’incidenza inferiore al due per cento del totale. Se tutte le materie prime agricole sono state coltivate in uno stesso Paese la sigla di questo può sostituire o integrare l’indicazione “UE” o “non UE”.
Il logo del biologico europeo, che attualmente è molto simile a quello delle DOP e delle IGP, dovrà essere sostituito. Ma quello proposto è troppo simile al logo di una catena di supermercati bio tedeschi, quindi è stato indetto un nuovo bando e il logo definitivo arriverà l’anno prossimo. Andrà apposto obbligatoriamente sui prodotti con più del 95% di ingredienti bio e sarà possibile metterlo anche nei prodotti importati nell’Unione. Altri loghi, come quelli nazionali, delle associazioni o dei certificatori possono essere riportati in etichetta, e anche sui prodotti venduti sfusi si potrà mettere un cartellino con il logo in evidenza.
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